Incontri ravvicinati. Che è un po’ brivido e un po’ (tanta) vera e propria paura, ma è anche mito e immaginario: da Steven Spielberg a Peter Benchley, passando per la giornata mondiale dedicata (è il 14 luglio, è appena passata), per l’animazione dei più piccini con Baby shark e per le leggende, i luoghi comuni, gli allarmi (pure le fake news) che ogni estate, puntualmente, tornano a riaffiorare dai mari e dagli oceani. È la stagione degli squali. Ne sa qualcosa Eleonora Boi, giornalista sportiva e moglie del cestista Danilo Gallinari, che è stata morsa a Porto Rico, più precisamente sulla spiaggia di Isla Verde, a una coscia, nelle scorse ore. Sta bene (grazie al cielo), è ricoverata all’ospedale universitario di Carolina, le sue condizioni sono stabili e non è in pericolo di vita: ma sono stati attimi di terrore quando la polizia municipale è accorsa per prestarle il primo soccorso, anche perché Boi è incinta. Il dipartimento delle Risorse naturali e ambientali dell’isola caraibica fa sapere che, in questo momento, i tiburon gata sono in fase di accoppiamento e, per questo, è possibile trovarli che scorrazzano anche in acque poco profonde.
«È stato il giorno più brutto della mia vita», scrive adesso Boi sulle sue pagine social, pubblicando una foro in cui fa la linguaccia e provando a scherzarci su, «non avrei mai pensato che avrei potuto essere stata attaccata da uno squalo e per giunta mentre mi trovavo vicino alla riva e in una spiaggia super affollata. Fortunatamente io e il mio bambino stiamo bene, l’intervento per rimettere a posto la mia povera gamba mangiucchiata è andato bene. Ora devo solo riprendermi dal grandissimo spavento».
Danilo Gallinari, il dramma: la moglie incinta attaccata e morsa da uno squalo
Sono stati grandi attimi di tensione per Danilo Gallinari e sua moglie Eleonora Boi, ex giornalista Mediaset, presa di m...Un mezzo continente più a nord e anche i bagnanti di una spiaggia di Long Island, Southampton, una delle località estive più frequentate, da sempre, di New York, qualche giorno fa sono stati richiamati dai bagnini: sos-uscite-subito perché diverse persone, stando semplicemente sulla riva, avevano avvistato alcuni squali tra le onde. (Lì, negli Usa, un videomaker è addirittura riuscito a catturare delle immagini con un drone e si vedono, ripresi dall’alto, questi enormi pesci cartilaginei più grandi delle canoe rosse che si spingono sulla terraferma).
Ci sono dappertutto, gli squali. Denti affilati, bestioni degli abissi, sono comparsi sulla terra qualcosa come 400 milioni di anni fa, che vuol dire prima pure dei dinosauri: ce ne sono 540 specie (almeno quelle conosciute) e una cinquantina di loro vive stabilmente nel Mediterraneo. Vero no che gli squali sono “esotici”, che si trovano solo negli oceani e che qui, da noi, sono rari. A maggio, per esempio, una verdesca è stata avvistata a solo quindici metri dalla riva nella zona tra Ardea e Anzio, nel Lazio: la sua pinna dorsale emergeva dall’acqua e non è passata inosservata. Più o meno negli stessi giorni a Metaponto, in Basilicata, un altro squalo si è avvicinato a un’imbarcazione (forse attirato da qualche esca perché i proprietari stavano pescando): era lungo un metro e mezzo e subito dopo è scomparso sgusciando via. A Gallipoli, invece, a gennaio, i partecipanti di una regata si sono imbattuti in un esemplare di squalo elefante.
Un altro squalo di 4, 5 metri è stato visto a largo del Polesine, nel mare che affaccia sulla cittadina di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, neanche due mesi fa; una verdesca di due metri ha fatto capolino a Trieste; nell’Adriatico (anche se più verso il Montenegro), a fine giugno, un giovane squalo bianco è stato catturato per errore da un peschereccio che lo ha immediatamente rilasciato in mare. In Italia, tuttavia, gli attacchi degli squali all’uomo sono comunque assai rari: sommando il secolo in corso a quello concluso 25 anni fa, in tutto, se ne registrano circa una quarantina. Eppure dici “squalo” e (quasi) tutti pensano al film, tutti (però) si spaventano e pochi sanno che, in realtà, le specie potenzialmente pericolose sono poche. Primo perché la maggior parte si nutre di crostacei (alcuni addirittura di plancton come fanno le più miti balene), secondo perché qualcuno manco ce li ha, gli iconici denti aguzzi che, maledetto Hollywood, campeggiano sulla locandina più famosa (e terrificante) della storia del cinema.