Anchorage, la base della guerra fredda è un monito

di Mirko Moltenivenerdì 15 agosto 2025
Anchorage, la base della guerra fredda è un monito

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Teatro del summit fra il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, è la base militare Elmendorf-Richardson, a 10 chilometri da Anchorage, la città più popolosa dello stato americano più settentrionale. Luogo dall’alto valore simbolico, non solo perché l’Alaska, colonizzato due secoli fa dai russi, fu venduto nel 1867 agli Stati Uniti dallo zar Alessandro II, ma anche perché la base è uno dei maggiori bastioni della difesa del Nordamerica, rivolta proprio contro la Russia, i cui confini sullo stretto di Bering sono vicini. L’attuale base è il risultato della fusione, nel 2010, della base aerea Elmendorf, gestita dall’US Air Force, con la guarnigione di Fort Richardson, appartenente all’US Army. Elmendorf fu fondata nel 1940 e servì già durante la Seconda Guerra Mondiale per sconfiggere il contingente giapponese sbarcato nel 1942 sulle isole Aleutine. Ma fu soprattutto durante la Guerra Fredda e il confronto con l’Unione Sovietica che crebbe l’importanza dell’avamposto.

Qui, fin dal 1950 vennero dislocati caccia intercettori, come i vecchi F-89 Scorpion, destinati ad abbattere i bombardieri russi. Nel corso del tempo sulla base si susseguirono aerei via via più moderni, dagli F-4 Phantom agli F-15 Eagle. Dal 2007 il principale stormo presente sulle piste, il 3° Wing, è dotato degli avanzatissimi caccia Lockheed F-22 Raptor, velivolo per molti aspetti più sofisticato dell’F-35, tanto che gli Stati Uniti non l’hanno mai esportato. Gli F-22 formano l’ossatura della linea di difesa aerea che periodicamente entra in allarme, anche negli ultimi tempi, quando bombardieri russi Tupolev Tu-95 e Tu-160 in esercitazione si avvicinano troppo alla linea mediana dello stretto di Bering e ai confini artici USA. L’aeroporto è dotato di due lunghe piste, una da due chilometri, una da ben tre, tanto che, durante gli anni di servizio della ormai dismessa navetta spaziale Space Shuttle, dal 1981 al 2011, furono designate come alcune delle varie piste per atterraggi d’emergenza dello Shuttle. Fort Richardson ospita invece i paracadutisti dell’11° Airborne Division, con oltre 5.400 soldati e autoblindo Stryker, che utilizzano per i loro spostamenti aerei cargo C-17.

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Per Trump, ospitare Putin in un bastione difensivo contro la Russia ha anche quindi una valenza di tacito monito. Nella vicina Anchorage, nel 1799 c’era solo un villaggio eschimese frequentato dai mercanti russi della compagnia di Alexander Baranov. Rimase un villaggio in cui ai nativi si mescolavano pochi coloni russi, i cui discendenti rimasero dopo la cessione dell’Alaska agli Usa nel 1867, tanto che vi sorsero chiese ortodosse. Come città vera e propria nacque nel 1915 con la costruzione della nuova ferrovia che ne fece porto nevralgico per lo sfruttamento di petrolio e carbone dell’entroterra e oggi conta 290mila abitanti.

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Fu già teatro di summit, come quando nel 1971 il presidente Richard Nixon vi incontrò l’imperatore giapponese Hirohito e nel 2021 l’allora segretario di Stato Anthony Blinken cercò invano di smorzare la tensione col ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Elmendorf e Anchorage evocano dunque ricorsi storici e geopolitici su cui Russia e America devono riflettere per ricucire i rapporti. Senza dimenticare che a 350 chilometri da Anchorage, distanza modesta nell’immenso Alaska, esteso il doppio dell’Italia, sorge anche la base antimissile di Fort Greely, dove 40 missili intercettori Gbi costituiscono la difesa avanzata contro missili balistici russi, ma anche cinesi e nordcoreani, provenienti dall’Artico e dall’Asia e diretti sulle città Usa.

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