L'’intifada sullo yacht: cinquanta barche a vela banchettano verso Gaza

di Antonio Castrolunedì 1 settembre 2025
L'’intifada sullo yacht: cinquanta barche a vela banchettano verso Gaza

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La barca va al grido di «mentre il mondo tace, noi salpiamo», ieri le prima imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, da Barcellona e Genova hanno iniziato la lenta navigazione: obiettivo portare di tonnellate di aiuti alimentari e sanitari a Gaza. I marinai solitamente festeggiano l’approdo con una mangiata “svuotacambusa”. A Genova le telecamere li hanno “beccati” mentre si esercitavano con la spaghettata... alla palestinese. Cose che capitano anche ai gretini più navigati. Tutti eccitati in attesa del 4 settembre quando, al largo delle coste siciliane, ai volontari già in mare si uniranno altre barche dalla Tunisia e dalla Sicilia, dalla Grecia. Secondo gli organizzatori la spedizione dovrebbe contare su una cinquantina di imbarcazioni. L’intento è riuscire a “bucare” il blocco navale di Israele. Navi, catamarani e piccole barche a vela da diporto potranno contare su un equipaggio complessivo di circa 500 persone. Oltre agli attivisti noti come l’ambientalista Greta Thunberg, il brasiliano Thiago Avila e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau.

Tempo e mare permettendo la flotilla dovrebbe arrivare a metà settembre nei pressi delle acque territoriali israeliane. «Questa sarà la missione di solidarietà più grande della storia, con più persone e più imbarcazioni di tutti i tentativi precedenti messi insieme», spiega Avila. Da Barcellona la flotilla per Gaza ha messo insieme una ventina di imbarcazioni, con 200 attivisti. Resta da vedere se riusciranno a penetrare. A sbarcare i pacchi. È la 37esima missione del 2007 che si tenta di “violare” il blocco. Lo scorso giugno era stata la volta della barca a vela Madleen - con un equipaggio interazionale di 12 persone, tra i quali anche l’attivista ambientalista di nazionalità svedese, Greta Thunberg che avevano già tentato di sbarcare sulla costa a largo della Striscia di Gaza. Ma la navigazione della barca da diporto era stata bloccata dalla marina israeliana. Greta arrestata insieme agli altri dell’equipaggio e poi estradata da Israele con un provvedimento di espulsione. Rientrata in Europa (con il primo volo diretto a Parigi), Greta aveva parlato di «rapimento» da parte delle autorità israeliane visto che la barca era stata dirottata sul porto di Ashdod (nel sud di Israele). Stessa sorte per i 21 attivista provenienti da 10 diversi Paesi a luglio (tra cui due italiani), intercettati mentre cercavano di avvicinarsi a bordo della Handala.

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Questa volta puntano a raggrupparsi il 4 settembre a largo della Sicilia. Le motonavi giunte da Genova spartiranno le 300 tonnellate di aiuti raccolti nelle cambuse e nei gavoni delle altre barche. Così da fare spazio ai circa 500 volontari selezionati e che hanno affrontato 48 ore di addestramento al comportamento: “Non aggredire, non reagire, non gridare in caso di arrembaggio”. La flotilla arriverà a metà settembre. «Non andremo veloci, saremo molto lenti, circa 4 nodi in media: contiamo di arrivare entro una decina di giorni. Le barche sono tante e di diversa velocità, ci adattiamo alla velocità di quella pià bassa», spiega Maria Elena Delia, attivista per la Palestina e portavoce italiana di Global Movement to Gaza, «è consegnare gli aiuti umanitari raccolti». Certo il rischio di finire agli arresti per violazione delle acque controllate da Israele c’è: «La marina militare israeliana ci intimerà di tornare indietro ed è facile supporre che» anche questa volta, «dispongano il fermo degli equipaggi» e il sequestro di natanti e carico. Gerusalemme è già sottoposta ad una grandinata di critiche politiche e diplomatiche. Mettere in conto le contestazioni politiche dei vari Paesi per il blocco (arresto?) degli attivisti è scontato. C’è da vedere di cosa verranno accusati gli attivisti (come Greta Thunberg e Thiago Avila) fermati tra giugno e luglio. Liberati dopo aver accettato l’espulsione da Israele sottoscrivendo un «impegno a non tentare di entrare in Israele» illegalmente «per 100 anni». Il contorno di polemiche internazionali è garantito prima ancora di salpare. Altro appuntamento da tenere d’occhio la partita Italia Israele che si terrà lunedì 8 settembre a Debrecen in Ungheria.

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