Nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 settembre l’esercito israeliano ha lanciato una vasta operazione contro Gaza City, impiegando aerei, droni, elicotteri e artiglieria. I vertici militari hanno definito l’invasione "solo l’inizio" di un’operazione destinata a durare. I carri armati e le forze speciali sono penetrati fino al centro urbano, dove si ritiene siano nascosti diversi ostaggi.
Oggi, mercoledì 17 settembre, l'offensiva sale di intensità: Idf avrebbe preso il controllo del 40% della città. In fuga migliaia di palestinesi. Al Jazeera riferisce di 91 morti. Roma, Londra, Berlino e Parigi giudicano la mossa “completamente sbagliata”. Donald Trump attacca Hamas ma tace sull'operazione militare. Caos totale, insomma, anche a livello diplomatico, per l'offensiva finale, per quello che potrebbe essere l'ultimo atto della guerra mossa da Benjamin Netanyahu contro Hamas dopo l'orrore del 7 ottobre 2023.
Pioggia di fuoco sulla città
Secondo l’Idf, l’aviazione israeliana ha condotto oltre 150 attacchi su Gaza City nei giorni precedenti all’avanzata di terra. Grattacieli e interi isolati sono stati rasi al suolo in aree dove migliaia di sfollati palestinesi avevano trovato riparo in campi di fortuna. Tel Aviv sostiene che quegli edifici venissero usati da Hamas come punti di osservazione e controllo. Oggi l'operazione militare è proseguita con l'impiego di forze di terra. Fonti mediche riferiscono ad Al Jazeera che l'esercito israeliano avrebbe ucciso almeno 51 palestinesi oggi, 38 dei quali a Gaza City.
Le autorità sanitarie di Gaza forniscono un loro bilancio: più di 65 mila morti e oltre 165 mila feriti dall’inizio della guerra. L'offensiva ha spinto circa il 90% della popolazione a lasciare le proprie case.
Hamas: "Ostaggi spostati"
Una fonte di Hamas ha rivelato che le Brigate Qassam, ala militare dell'organizzazione terroristica, avrebbero spostato gli ostaggi israeliani in diverse località di Gaza. La fonte ha spiegato ad Al Arabiya che questo spostamento è avvenuto per evitare di ferire gli ostaggi. Sempre la medesima fonte ha sottolineato che "c'è timore per la vita degli ostaggi a causa dei violenti bombardamenti israeliani", aggiungendo che "le loro vite sono in pericolo a causa dei bombardamenti indiscriminati". Nel frattempo, proseguono le manifestazioni dei familiari degli ostaggi ancora in mano ad Hamas sotto la casa di Netanyahu.
Smotrich-choc: "Gaza come miniera d’oro immobiliare"
In piena escalation, hanno fatto scalpore le dichiarazioni del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, tra gli esponenti più radicali del governo israeliano. Intervenendo a un convegno immobiliare a Tel Aviv, Smotrich ha definito Gaza "una miniera d’oro immobiliare", spiegando di aver già avviato discussioni con Washington su come spartire e ricostruire la Striscia.
"Abbiamo investito molti soldi in questa guerra. La demolizione, la prima fase del rinnovamento della città, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo solo ricostruire", ha affermato Smotrich. In un passaggio ha parlato apertamente di "Eldorado immobiliare", sostenendo che il progetto sarebbe "sostenibile economicamente" e che parte di un "«business plan" sarebbe discusso con la stessa amministrazione Trump. Le sue parole hanno sollevato dure reazioni in Israele come all’estero.
"Ucciso operatore Msf"
Un operatore di Medici senza Frontiere, Hussein Alnajjar, è morto ieri, martedì 16 settembre, a Gaza a causa delle ferite da schegge riportate cinque giorni prima a seguito di un attacco aereo israeliano vicino alla sua tenda, dove sono rimasti feriti anche sua cognata e suo nipote. Lo riferisce la stessa organizzazione, in un comunicato che ricorda come sia il suo tredicesimo operatore a morire a Gaza dall'inizio del conflitto. "Non si tratta di un tragico incidente, ma dell'ennesima dimostrazione che a Gaza non esiste alcun luogo sicuro", afferma la nota di Msf.
L'Ue valuta sanzioni
La Commissione europea ha presentato una proposta che, se approvata dagli Stati membri, segnerebbe una svolta nei rapporti con Israele. Bruxelles intende sospendere parte delle agevolazioni commerciali previste dall’accordo di associazione Ue-Israele e introdurre dazi su beni per un valore di 5,8 miliardi di euro.
Oltre alle misure economiche, la Commissione propone sanzioni individuali contro due ministri del governo Netanyahu — Smotrich e Itamar Ben-Gvir — oltre a tre coloni accusati di violenze, sei organizzazioni a loro collegate e dieci membri della dirigenza di Hamas. "L’orrore deve cessare", ha scandito la presidente Ursula von der Leyen, chiarendo che il sostegno alla società civile israeliana e agli aiuti umanitari non sarà compromesso. La decisione finale richiederà l’approvazione a maggioranza qualificata per la parte commerciale e all’unanimità per le sanzioni mirate.
La replica di Israele: "Risposta adeguata"
Le reazioni da Gerusalemme non si sono fatte attendere. Il ministro degli Esteri Gideon Saar ha definito la proposta europea "una perversione morale e politica", dunque ha messo in chiaro che "qualsiasi azione contro Israele riceverà una risposta adeguata". Tel Aviv guarda con preoccupazione a un possibile irrigidimento delle relazioni con Bruxelles, ma confida ancora nel fatto che diversi Stati membri possano opporsi all’adozione delle sanzioni, in particolare l'Ungheria di Viktor Orban.