Valerij Gerasimov rimane al suo posto. Nonostante i settantant'anni compiuti lo scorso 8 settembre, il comandante delle forze armate russe non sembra andare in "pensione". Anzi, il padre della cosiddetta "guerra ibrida" contro l'Ucraina pare più attivo che mai. Lo conferma la Tass, che giovedì ha diffuso il video della sua ispezione al fronte. In un bunker coperto da teli mimetici ha discusso la situazione della battaglia per la città di Kupyansk e ha dichiarato che "le truppe russe stanno avanzando in tutte le direzioni".
Alla guida delle operazioni belliche in Ucraina nel gennaio 2023, Gerasimov è stato così scagionato dalle responsabilità per i fallimenti iniziali. Una scelta, quella di Putin, che lo ha anche accreditato come il fautore della riscossa che ha fermato il contrattacco estivo di Kiev e riportato l’esercito russo all’assalto su tutta la linea. Eppure, sottolinea Repubblica - sui suoi meriti e sulle sue capacità tutti si interrogano. Lo stesso capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, lo contestava con proclami di sfida e i falchi del nazionalismo moscovita lo accusano di essere "un debole".
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Gli Stati Uniti aiuteranno a difendere la Polonia se la Russia continua ad aumentare la pressione sulla Nato. Lo ha dett...Il suo "capolavoro"? L'occupazione della Crimea, strappata all’Ucraina nel 2014 (due anni dopo che Putin lo ha nominato al vertice delle forze armate). Tra le sue abilità quella di terorizzare un'azione ibrida, condotta molto oltre i campi di battaglia senza mai uscire dall’ombra, usando iniziative "politiche, economiche, umanitarie, di disinformazione e altre attività non militari". Motivo per cui in diversi credono che lo zar lo terrà ancora alla testa dell’armata.