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Flotilla, addio all'ultimo miglio: la resa dei piddini a bordo

di Claudio Brigliadorilunedì 29 settembre 2025
Flotilla, addio all'ultimo miglio: la resa dei piddini a bordo

(Instagram Partito democratico)

2' di lettura

Tutto in 48 ore: il destino della Flotilla è ancora in sospeso, tra un possibile attacco da parte della marina militare di Israele e una mediazione all'ultimo minuto che possa far desistere gli attivisti pro-Pal a forzare il blocco ed entrare nelle acque territoriali di Gerusalemme. 

Il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato chiaro: il governo italiano non potrà tutelare le imbarcazioni dirette a Gaza una volta superata la linea rossa imposta da Bibi Netanyahu. Secondo Repubblica, dal canto loro "gli israeliani, si apprende da diverse fonti, sarebbero determinati a chiudere la partita entro mercoledì, quando si celebra lo Yom Kippur". Ma già nella prossima sera potrebbero arrivare nuovi "avvertimenti" dall'Idf. 

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Repubblica ricorda un minaccioso precedente, quello del 2010, quando "l'assalto israeliano alla Freedom Flotilla, determinata a forzare il blocco navale di Gaza, provocò la morte di dieci turchi. Uno scenario in rapida evoluzione, appeso a un filo" anche se l'esercito israeliano, ha assicurato il presidente Isaac Herzog all'Italia, ha ricevuto l’ordine di "non usare la forza letale".

Tutto insomma lascia presagire che si vada verso una mediazione con il Patriarcato Latino, anche se la portavoce italiana di Flotilla, Maria Elena Delia, sempre dalle pagine di Repubblica ha accusato il governo italiano di "essersi intromesso" nella trattativa. Frasi non proprio distensive, considerando anche la disponibilità dell'esecutivo nel far "scortare" le imbarcazioni dalla fregata Alpina per tutelare gli italiani a bordo.

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Alla mediazione "lavorano in queste ore i parlamentari a bordo e le segreterie delle forze d'opposizione, assieme alla Cei di Matteo Zuppi e al patriarcato latino di Gerusalemme guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa - scrive sempre Repubblica -. Gli 'ambasciatori' di Flotilla chiedono di ripartire dalla bozza d'intesa di qualche giorno fa, quella svelata da Giorgia Meloni durante un punto stampa a New York. Ma pretendono alcuni aggiustamenti". Il corridoio per gli aiuti umanitari per Gaza aperto dai pro-Pal dovrebbe diventare permanente e senza coinvolgere il governo con il suo piano Food for Gaza. In questo contesto risulta particolarmente scomoda la posizione del Pd, che a bordo della Flotilla ha due suoi esponenti, l'europarlamentare Annalisa Corrado e il deputato Arturo Scotto. "Una cosa è certa - conclude Repubblica - : i parlamentari del Pd a bordo non forzeranno il blocco navale israeliano. E però, resteranno a bordo il più possibile, nel tentativo di proteggere con la loro presenza gli altri attivisti". Insomma, piddini in ritirata. Ma all'ultimo secondo.