Proprio mentre il mondo è distratto dalla svolta che sta maturando su Gaza, il presidente russo Vladimir Putin sta portando a fondo il martellamento dell’Ucraina. Attacchi alla rete ferroviaria, attacchi alle infrastrutture energetiche, droni su Odessa, almeno tre morti e due feriti per i bombardamenti nella regione di Sumy, e la rivendicazione di avere conquistato almeno altri 5000 kmq di Ucraina dall’inizio dell’anno. Può essere una risposta agli attacchi sempre più in profondità di missili e droni ucraini agli impianti petroliferi russi.
Almeno 21 delle 38 principali raffinerie del Paese sono state attaccate da gennaio, con un aumento del 48% degli attacchi riusciti rispetto all'intero anno 2024. I cittadini russi sembrano risentire dell'impatto degli attacchi, come dimostrano i video verificati che mostrano lunghe code alle stazioni di servizio. Alcune stazioni di servizio hanno sospeso le attività per «aspettare la fine della crisi» invece di operare in perdita. E secondo il presidente russo Volodymyr Zelensky sarebbe anche in corso una controffensiva ucraina via terra, che avrebbe fatto fallire i piani russi di avanzare nel Donetsk. È una diffusa teoria che il 7 ottobre 2023 di Hamas e la guerra in Ucraina sarebbero collegate, anche se è difficile capire se la Russia abbia addirittura istigato Hamas apposta per distrarre l’attenzione, o se semplicemente ha colto al volo l’occasione.
A denti stretti, il Cremlino esprime «soddisfazione» per il successo diplomatico americano in Medio Oriente, anche se, ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, auspicando tuttavia che «seguano azioni concrete per implementare gli accordi». Se effettivamente adesso Trump riesce a spegnere quel focolaio, una volta sfruttate queste ultime ore di distrazione, Putin si ritroverà con problemi pesanti. Da una parte, appunto, l’attenzione dei media torna tutta sull’Ucraina.
Dall’altra, dal punto di vista strategico, gli Stati Uniti potrebbero ora impiegare più energie per aiutare Kiev e soprattutto avere più armi a disposizione da inviare. Dall’altra ancora, Putin si ritrova psicologicamente con le spalle al muro, essendo ora più evidente che è lui non solo il cattivo che non vuole fare la pace, peggio addirittura di Hamas, ma anche lo stupido che non ha approfittato dell’occasione d’oro offertagli da Trump in Alaska.
Che qualcosa stia iniziando a muoversi lo dimostra il modo clamoroso in cui Putin ha ora ammesso la responsabilità di due missili russi nell'abbattimento del Volo Azerbaijan Airlines 8243, che ha causato 38 morti. «Non possiamo riportarli in vita», ha detto, ma ha promesso risarcimenti e punizioni per i responsabili, nel tentativo di allentare le tensioni con Baku.
Angela Merkel, l'affondo: "Guerra in Ucraina, di chi è la colpa"
Polonia e Paesi baltici sarebbero i principali responsabili dell’attuale tensione dell'Occidente con la Russia...Mentre poi il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev va a Pyongyang dopo che una mostra ha celebrato la “fraternità d’armi” tra i popoli russo e nord-coreano, i giornali russi snobbano l'accordo di pace a Gaza e invece parlano di un possibile schieramento di missili russi a Cuba e in Venezuela, nel caso Trump desse i Tomahawk a Zelensky. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro è a sua volta sotto pressione per la squadra navale Usa che continua ad affondare imbarcazioni accusate di trafficare droga in combutta con il regime di Caracas, e ha appena cercato di alleggerirla formando un Trattato di Associazione Strategica con Mosca.