Libero logo

Così l'Europa boicotta la pace in Ucraina

Pur di toccare almeno una volta palla, l’Ue è disposta persino a schiacciare sul nascere una delle ultime e residue possibilità di far cessare la guerra
di Marco Patricellisabato 18 ottobre 2025
Così l'Europa boicotta la pace in Ucraina

3' di lettura

Pur di toccare almeno una volta palla l’Unione Europea, con coraggio leonino, è disposta persino a schiacciare sul nascere una delle ultime e residue possibilità di far cessare la guerra in Ucraina. Il tutto sbandierando assieme alle dodici stelle appannate il vessillo di un principio astratto che cozza col buonsenso e con la realtà, e che conferma ciò che già i romani (quelli antichi) avevano compreso qualche secolo fa: summum ius summa iniuria. Il sommo diritto, inteso in senso assoluto, degenera in una somma ingiustizia. Anche, e soprattutto, quando si tratta di far cessare un conflitto sanguinosissimo, che passa per il previsto summit a Budapest, in casa di Viktor Orban, tra Donald Trump e Vladimir Putin.

Sul capo di quest’ultimo pende la spada di Damocle, sinora di plastica e senza filo, del mandato di cattura della Corte penale internazionale con l’accusa di crimini di guerra. A Bruxelles già si stracciavano le vesti per la mediazione del premier ungherese - visto come fumo negli occhi tanto da graziare Ilaria Salis anche per fargli un dispetto con appena un voto -, ma l’uomo del Cremlino a piede libero su terra magiara è ancora più insopportabile. Niente impunità e affermazione perentoria del diritto internazionale, con sollecitazione esplicita della Commissione europea a tutti gli Stati membri per «la rapida esecuzione dei mandati di arresto pendenti», come ha ribadito a chiare lettere il portavoce per gli Affari esteri Anouar El Anouni.

Trump, non solo i missili: cosa gli ha chiesto Zelensky contro Mosca

Non solo missili, ma anche sanzioni e soldi per il gas: queste le richieste avanzate dal leader ucraino Volodymyr Zelens...

Ora, pensare che l’Ungheria, al di là delle simpatie per il Cremlino contro il quale si rivoltò nel 1956 nell’impotenza palese del mondo libero, possa far scattare le manette ai polsi di Putin, va oltre la fantascienza. E lo stesso accadrebbe in qualsiasi Paese Ue non aggredito dal virus dell’onnipotenza che sembra pervaderne alcune frange politicizzate e invasate. Che il presidente eterno della Russia non sia una mammoletta è certo, che sia il fautore principale della guerra pure, che la pace può essere “suggerita” solo da Trump con i rapporti di forza anche, ma che qualcuno sano di mente possa pensare che la via d’uscita è l’arresto di Putin allora c’è seriamente da preoccuparsi.

Fior di tiranni, gaglioffi e criminali liberticidi sono stati ricevuti con tutti gli onori del protocollo diplomatico, salutati e riveriti senza curarsi di quello che c’era dietro, stringendo loro le mani senza stare troppo a pensare se fossero lorde di sangue, e magari appuntando anche una bella onorificenza sul petto da grand’ufficiale o commendatore. L’elenco sarebbe lunghissimo, e pesante come il vaso delle ipocrisie delle relazioni internazionali. Ieri come oggi, visto che ricorre l’ottantesimo del Tribunale militare internazionale a Berlino, costituito proprio il 18 ottobre 1945 per giudicare i crimini nazisti a Norimberga.

Di quella corte e dei vincitori facevano parte anche i sovietici, che quanto a crimini non avevano nulla da imparare, i quali cercarono di imputare ai tedeschi pure quelli commessi a Katyn nel 1940. Non ci riuscirono, ma se non erano stati i tedeschi i responsabili, allora a massacrare i polacchi erano stati loro, eppure a Norimberga non venne aperto alcun procedimento a carico di Stalin. Ovvio, no? L’Europa di oggi, figlia di quella di ieri, con un rigurgito di legalità pretende l’impossibile, ovvero l’arresto di Putin.

La nuova Europa, la Francia naufraga e l'Italia è in serie A

Le cose accadono fuori dalla bolla dei social media. Il mondo è diviso tra la società del commento (e del ...

E nello stesso tempo pure che la guerra in Ucraina termini, magari pure con l’utopistica pace giusta e persino la riconsegna dei territori occupati dai russi, con l’estromissione di Trump come mediatore e la riesumazione di Ursula von der Leyen e dell’Ue, volenterosi franco-britannici compresi. Manie di protagonismo delle comparse, che vorrebbero sedersi alla tavola apparecchiata a Budapest, e invece del goulasch indigesto preparato nella cucina della diplomazia, si accontentano dell’insalata di erbavoglio.

Trump-Zelensky, la rivelazione: "Putin non vuole la pace, ma niente escalation"

Ricevendo Volodymyr Zelensky, Donald Trump ha escluso un incontro a tre a Budapest con Vladimir Putin. "Questi due ...