Il Pentagono americano ha dichiarato di aver effettuato tre nuovi raid contro quattro navi di narcotrafficanti sospettati di trasportare droga nell'Oceano Pacifico orientale, il bilancio è di 14 vittime e di un unico sopravvissuto. "Il dipartimento ha trascorso oltre vent'anni a difendere altri Paesi", ha scritto il segretario alla Guerra Pete Hegseth in un post su X pubblicando video degli attacchi: "Ora, stiamo difendendo la nostra".
Secondo Washington, i bersagli si trovavano in acque internazionali lungo rotte "già note" per il trasporto di stupefacenti verso gli States. Hegseth afferma che le imbarcazioni erano monitorate dall'intelligence e che le operazioni rientrano nella campagna anti-narcos lanciata dal presidente Donald Trump. La lotta alle "navi della droga" sfora le 50 vittime da inizio settembre con l'ultimo raid, scegliendo la linea dura nei confronti di chi trasporta cocaina verso le coste americane.
Arrivano le critiche dagli esperti di diritto internazionale e dalle organizzazioni per i diritti umani, che contestano le regole di ingaggio in assenza di un conflitto armato riconosciuto. Ma Hegseth non lascia sconti: "Questi narcoterroristi hanno ucciso più americani di Al-Qaeda, e saranno trattati allo stesso modo. Li rintracceremo e li uccideremo".




