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In Ucraina si combatte una guerra tra capitalismi

La burocrazia celeste dell’Ue, naturalmente, è fuori gioco. Come sempre, del resto. È sepolta da immense risorse dilapidate, scandali da retrobottega e cinismo sconfortante
di Giulio Sapelligiovedì 4 dicembre 2025
In Ucraina si combatte una guerra tra capitalismi

3' di lettura

C’è qualcosa che si sta disvelando nel corso delle trattative in corso tra gli emissari di Trump inviati nella Russia di Putin. È l’Epifania di un nuovo assetto dei capitalismi mondiali che sta emergendo a fatica dalla fine della cosiddetta globalizzazione che era stata annunciata con clangori di tromba nel Salone dei Cinquecento a Firenze, con le cuspidi democratiche dell’anglosfera: Blair in testa con Clinton a seguire D’Alema e Jospin per finire con un Cardoso lì un po’ per caso, se si pensa che solo qualche anno dopo Lula e compagni avrebbero dato vita ai Brics, che proprio quel tipo dì globalizzazione contestarono e contestano.

Era il 1999 e di lì a due anni quello stesso capitalismo avrebbe dato vita - incorporandovi la Germania all’emersione del capitalismo di oggi, con la Cina riconosciuta economia di mercato dall’Ue e incorporata nel Wto, mortificando una Russia che vi sarebbe stata ammessa solo dieci anni dopo, decretando in tal modo la fine dell’era Gorbaciov e con la vergognosa svendita da parte di Eltsin delle risorse energetiche e minerarie ai famelici liberisti anglosferici- l’emersione nazionalista perché patriottica dell’apparato putiniano e del suo leader Ecco i capitalismi di oggi. Cinonordamericano a forte “leva finanziario demografica” da un lato e a “fabbrica del mondo teutonico-cino- russo” dall’altro. Il problema è che tali capitalismi non smettono di competere tra di loro e tra gli stessi gruppi sovranazionali che li preformano. Una competizione che è sfociata con la rottura della centralizzazione armonica per la caduta tendenziale del tasso di profitto (a causa della deflazione secolare, che è la teoria che abbraccio da un decennio) e lo scatenamento di una guerra di confine nell’Ue e una tensione crescente in Medio Oriente e nell’Indo-Pacifico La ragione dell’aggressione all’Ucraina sta nella convinzione del gruppo dirigente russo di essere accerchiato via via dal gruppo jaghellonico baltico di stati via via ammessi nell’Ue e nella Nato , con una Francia che ha dismesso il suo ruolo di bilanciamento e contrappeso del capitalismo Usa grazie all’alleanza storicamente gollista, così provocando quello smottamento delle storiche alleanze intraeuropee che impedivano alla Germania di troppo dipendere dallo spazio vitale russo cinese. Con tale spazio essa scambia tecnologia e investimenti esteri diretti a fronte di combustibili fossili (gas e petrolio) che consentono al capitalismo tedesco di imporre il suo modello export lead che sta desertificando l’Europa tutta, a iniziare dall’Italia sotto lo sguardo da Medusa pietrificante della burocrazia celeste dell’Ue.

La guerra è scoppiata per questa ragione profonda e per uno scontro tutto religioso - altresì - all’interno dell’ortodossia russo-Ucraina, non a caso culminato con lo scisma delle due Chiese reciprocamente accusantesi di sacrilegio. Non a caso quello scisma diede fuoco alle polveri sotto lo sguardo ignorante delle fate eurocratiche e nordamericane. Oggi questo scontro tra capitalismi l’un contro l’altro armati - con la Germania che agonizza per le vene energetiche recise dai sabotatori che combattono una guerra che è insieme patriottica (vengono alla mente gli scritti di Karl Marx inneggianti alla lotta degli ucraini contro l’assolutismo zarista!) e tutta governata dai conflitti economici - oggi questo scontro pare trovare una tregua... Ma una tregua che è sempre sotto il governo delle leggi dell’accumulazione allargata capitalistica ben interpretata dalle figure professionali dei mediatori che attivano i tavoli della trattativa in corso per realizzare il cessate il fuoco con la spartizione- ripeto la spartizione- delle risorse economiche ucraine. La diplomazia non c’entra e il tutto rende tragicamente sordida una trattativa che sembra abbandonare via via ogni pudore di nascondere il suo profilo di riunione tra uomini di affari che discutono come dividersi le spoglie, mentre i civili muoiono e lavorano e i militari muoiono e combattono. La burocrazia celeste dell’Ue ,naturalmente, è fuori gioco, come sempre, del resto. È sepolta da immense risorse dilapidate, scandali da retrobottega e cinismo sconfortante. Basta fermiamoci qui.