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Quagliariello e l'operazione europee: "Per Meloni facile, per la Le Pen no"

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Gaetano Quagliariello ha passato una vita a studiare la destra europea: una delle migliori bibliografie di Charles De Gaulle porta la sua firma. È stato parlamentare e ministro, oggi insegna alla Luiss ed è presidente della Fondazione Magna Carta. Dopo il voto del 9 giugno vede due sole certezze: «La prima è che i Popolari resteranno la prima famiglia politica europea. La seconda è che la cosiddetta “maggioranza Ursula” cercherà di riproporsi nella sua purezza».


Maggioranza Ursula, ovvero il Ppe, i Socialisti e i liberali di Emmanuel Macron. Ci riusciranno?  
«Non è detto. L’altra volta von der Leyen ebbe bisogno addirittura dei voti del M5S per avere i numeri necessari».
E dunque?  
«Dunque l’ampiezza della maggioranza dipenderà dai risultati, come prevedono le regole della democrazia. E un Paese fondatore come l’Italia non può rimanere fuori dal governo dell’Europa».
È convinto che Meloni entrerà nella maggioranza che sosterrà la prossima commissione Ue?  
«Io credo che lo farà. Pur con qualche caveat, sfrutterà l’occasione. Del resto la realtà effettuale dell’Europa glielo consente».

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