Occhio a votare per chi non taglia le tasse

di Maurizio Belpietrodomenica 18 maggio 2014
Occhio a votare per chi non taglia le tasse
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Una decina di giorni fa, mentre ero in coda per imbarcarmi sul volo Roma-Milano, un signore mi si è avvicinato e, dopo essersi presentato come sindaco di una cittadina sul lago Maggiore, mi ha dato il suo biglietto da visita dicendomi: «Quando tra qualche settimana scoppierà il pasticcio della Tasi, mi chiami; faccio il commercialista e le posso raccontare un sacco di cose». Sì, ha detto proprio così: scoppierà. Perché la tassa sulla casa che ha sostituito l’Imu sull’abitazione principale è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Basta che si superino le elezioni europee e la deflagrazione è assicurata. Se il botto ancora non c’è stato è solo per calcolo politico: siccome c’è da votare, meglio non irritare gli elettori, i quali scopriranno solo dopo la chiusura dei seggi quanto dovranno pagare nel giro di poche settimane. Già, perché la data fissata per il versamento è il 16 giugno e a quanto pare né il governo né i comuni hanno intenzione di rinviare la scadenza. Peccato che nonostante al sedici giugno manchi meno di un mese, solo un migliaio degli ottomila comuni italiani ha fissato l'aliquota che intende riscuotere dai possessori di casa. Ritardi della burocrazia? No, furbizia. A dei contribuenti già vessati da un Fisco più che esoso, meglio non far sapere che dovranno ancora una volta metter mano al portafogli e non per gli spiccioli.  Clicca qui per leggere l'editoriale di Maurizio Belpietro in versione pdf