Chip sotto la pelle, scie chimiche che in tandem col Bilderberg comandano il mondo, le sirene vive e vegete e mica solo nei fumetti Disney, auto-attentati a stelle e strisce, Chavez a Milano, bevute di pipì e chi più ne ha, più ne dica. Dai grillini abbiamo sentito di tutto. Eppure la misura non è mai colma. C'è sempre spazio per la scoperta di un nuovo peculiare pentastellato. In questo caso si tratta del senatore Carlo Martelli, 48 anni, che si presenta al Corriere della Sera. Parlamentare e matematico, spiega che "in politica ci vuole più matematica", appunto, poiché "la composizione della Camera, secondo la riforma, è antiscientifica". Letterine morte - Tra numeri e filosofia, il Martelli, insomma, ci spiega perché il pacchetto di riforme di Matteo Renzi così com'è non va bene. Di Novara, cranio lucido e sguardo spiritato, ai piedi - scrive il Corsera - porta dei sandali francescani, che mal si abbinano alla cravatta. Ma tant'è, nel fantastico mondo della decrescita felice ogni stile è possibile. Il senatore grillino, prima di arrivare al cuore critico del suo intervento, snocciola la ragione per la quale si è avvicinato alla politica: non sapeva cosa fare. "Era un periodo che mi sentivo inutile. Avevo una voglia di partecipare frustrata. Spedivo lettere ai politici e nessuno si rispondeva". E chissà perché. Amori e traslazioni - Poi, un giorno, "mentre spulciavo il sito di Grillo mi sono imbattuto nel meet up di Novara". Una folgorazione: si trasforma in pentastellato, un'irresistibile ascesa fino al Senato. E ora, da Palazzo Madama, osteggia la riforma di miss Maria Elena Boschi. No, quel testo non va bene: "La riforma costituzionale - spiega il matematico - deve essere fatta con amore, perché è un lascito ai nostri figli". "Lo stesso - prosegue - vale per la legge elettorale. Da matematico, vi dico che ha un unico scopo: traslare la volontà degli elettori su un campione più piccolo. Più piccolo è il campione, meno è significativo". Un concetto che tradotto dal linguaggio da sciamano visionario significa che in Parlamento 60 milioni di persone non ci entrano mica. La fiera dell'ovvio, insomma, in salsa filosofico-matematica. Polli e pollai - La tirata del senatore Martelli prosegue poi con la parabola del pennuto, la "teoria del pollo. Uno mangia un pollo, l'altro no, gli italiani mangiano mezzo pollo a testa. Un Senato da 100 persone non va bene. Non si gioca con i numeri". Insomma lui in Senato di polli ne vorrebbe migliaia. E per rivendicare la prevalenza del numero poi chiosa: "Non si può fare una legge per cui un partito con il 30 per cento prende il 55". D'altra parte uno che se ne fa del 30% di un pollo? Eppoi se uno si prende il 55%, del pollo, ecco, "c'è un pericolo di autoritarismo". Il ritornello dittatoriale, se parla un Cinque Stelle, non può mancare. Chimicamente visionario - Dulcis in fundo, si parla anche delle già citate scie chimiche. Lo si fa al termine dell'intervista, quando il senatore-matematico-francescano continua a filosofeggiare. Da buon scienziato premette: "Non ci sono evidenze scientifiche. Per ora. Un mio prof mi spiegava che la scienza più che dare certezze deve coltivare dubbi". Il Martelli, insomma, lascia intendere che alle scie chimiche ci crede. E per chi non lo ricordasse, secondo i complottardi, con "scie chimiche" s'intendono delle potenti e misteriose condensazioni rilasciate nell'atmosfera dagli aerei, tassello fondamentale di un maxi-"gomblotto" planetario per il controllo di menti, consumi, clima eccetera eccetera. Roba da grillini, insomma. Roba da Martelli.