Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è arrivato a Labro (Ri) per partecipare alla Festa dell’Api. Fini, completo grigio chiaro e cravatta azzurra, è stato accolto dai fondatori di Alleanza per l’Italia, Bruno Tabacci e Francesco Rutelli. Dopo alcuni momenti di tensione tra la scorta e numerosi fotografi e giornalisti presenti, che cercavano di avvicinare Fini, il presidente della Camera è stato accompagnato in una delle numerose osterie di Labro, dove si è intrattenuto per circa mezz'ora a colloquio con Rutelli e Tabacci. Poi il presidente è salito sul palco accolto da un “caloroso e benaugurante" applauso, come lo ha definito il padrone di casa, Francesco Rutelli. “E’ indispensabile, specie nei momenti convulsi, complicati, quando sembra si perda la bussola del comune agire, avere ben chiaro che, nel dibattito politico, non ci può essere la categoria del nemico”. Aveva il tono della rievocazione storica e sembrava guardare lontano, verso le antiche polis greche. Fini ha sottolineato l’importanta di “regole” e di “reciproco rispetto” e ha precisato che "la politica deve essere altro che la schermaglia da campagna elettorale”. L'ha definita “l'antidoto alla sfiducia della società” e ha parlato dell’impegno politico come del rimedio “alla crisi della democrazia, di cui si cominciano ad avvisare alcuni segnali, come il venir meno dell’impegno dei più giovani”. Il momento idilliaco si è fermato quando il presidente ha ricordato quanto successo poco prima al presidente del Senato, Renato Schifani durante la festa del Pd a Torino. Fini ha definito “intollerabile” la contestazione dei grillini e del popolo viola e ha espresso “solidarietà” al presidente, anche “a nome dei 630 deputati della Camera”. “Così si supera di gran lunga il termine della dialettica e del reciproco rispetto, che sono l’abc della politica” ha aggiunto l’ex leader di An. Non poteva mancare un "must" di ogni programma politico che si rispetti: il tema delle riforme. “Sono almeno due decenni che si parla di riforme, salvo poi non realizzarle mai”. Pensando alla vigilia del 150mo anniversario dell’unità nazionale, Fini ha aggiunto: “Dobbiamo avere fiducia nel futuro e immaginare l’Italia di domani cercando di costruirla oggi, attraverso il primato della politica, che può apparire demodè, ma che, al contrario è un’espressione che non passa mai di moda” perché, secondo il presidente, la politica è un elemento essenziale “nel processo di costruzione della società”. Mentre da Torino, Rosy Bindi smentiva di aver proposto un’alleanza di governo a Fini, il presidente ha cercato ancora un appoggio a sinistra: "Sia per chi come me ha un’idea di destra della politica, ma anche per formazioni politiche che hanno altre radici come la vostra, è necessario, su tante questioni, un serio lavoro di confronto tra le culture politiche per individuare ciò che unisce e non solo fare a gara su cosa divide". E tra gli applausi del pubblico, ha promesso dal palco un confronto tra Fli e rutelliani. Finito il discorso, Fini ha ricevuto in regalo tre bottiglie di birra artigianale e si è infilato in macchina salutato dall’entusiasmo dei presenti mentre qualcuno urlava “Mandalo a casa!”.