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Civiform, una realtà che 'crea ponti' e prepara al futuro

La direttrice generale del Centro di Formazione professionale con sede a Cividale del Friuli e Trieste Chiara Franceschini spiega gli obiettivi della struttura: istruzione, inclusione e crescita
lunedì 1 dicembre 2025
Civiform, una realtà che 'crea ponti' e prepara al futuro

2' di lettura

“Spesso la tradizione viene vista come l’antitesi dell’innovazione”, racconta Chiara Franceschini, direttrice generale di Civiform, struttura che offre percorsi professionali per ragazzi dopo la terza media e corsi per adulti in diversi settori: dalla ristorazione al benessere, fino alle aree tecniche e ai nuovi profili legati al turismo. In realtà, spiega, proprio nella continuità la scuola ha trovato il modo per evolversi e stare al passo con la società. Il modello formativo non è mai rimasto fermo e ha saputo anticipare, soprattutto nell’orientamento e nella capacità di leggere le attitudini dei ragazzi, aiutandoli a costruire percorsi mirati alle loro attitudini. Civiform festeggia i suoi 70 anni con un incontro tra i giovani di oggi e adulti che attraverso questa struttura hanno realizzato il proprio futuro anche grazie a formatori capaci di trasmettere competenze e valori. Un cammino iniziato nel 1955 e che va avanti ancora oggi.

IL MODELLO CIVIFORM

Da settant’anni Civiform lavora su un modello che mette al centro la relazione, intesa come competenza utile “a scuola, sul lavoro, nella vita e in famiglia”. Non si tratta solamente di valutare il comportamento, ma di educare alla gestione consapevole dei rapporti personali come parte della crescita professionale. È, dice Chiara Franceschini “una forma concreta di innovazione.

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Nei laboratori di Cividale e Trieste, dalla cucina all’informatica, dalla grafica all’elettrico, le dotazioni sono all’avanguardia”. Oltre a ciò la direttrice insiste sul fatto che non basta la tecnologia: “I ragazzi devono capire il perché delle cose”. L’obiettivo è sviluppare competenze attraverso metodi didattici nuovi senza perdere il senso della propria storia e delle scelte. Accanto alla formazione per giovani e adulti, Civiform ha rafforzato il proprio ruolo sociale adottando modelli inclusivi. La struttura accoglie minori stranieri non accompagnati e offre percorsi professionalizzanti che permettono un rapido inserimento lavorativo. Franceschini spiega che molti dei nuovi arrivati presentano una forte povertà educativa: “Non sanno leggere né scrivere, nemmeno nella loro lingua madre». Per questo l’ente ha creato corsi di alfabetizzazione che portano i ragazzi da zero alla conoscenza della lingua italiana, della cultura, delle regole di convivenza e della legalità, temi sempre più fondamentali”. Secondo Civiform, una vera inclusione previene emarginazione e modelli socialmente dannosi, mentre la condivisione dei valori, dai diritti ai doveri, fino all’attenzione per le fragilità, costruisce comunità. Non a caso, gli studenti partecipano stabilmente ad attività di volontariato, come nella casa di riposo di Cividale. Le sedi di Cividale e Trieste, città di confine, non rappresentano più una linea di separazione ma uno spazio di incontro. “Noi creiamo ponti: tra generazioni, tra culture, tra chi arriva e chi già c’è”, conclude.

www.civiform.it

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