Sempre più episodi di cronaca vedono ragazzi, minori, appena maggiorenni e poco più che ventenni, protagonisti di fatti di sangue. Come il caso di Hekuran Cumani, il 23enne di Fabriano, di origini albanesi, ucciso con una coltellata nel piazzale della facoltà di Matematica dell'Università di Perugia. In carcere è finito Yassin Amri, 21enne perugino, ma di origini tunisine, che risultava già indagato e che è gravemente indiziato dell'omicidio. Il 23enne è stato ucciso in una rissa scoppiata dopo una serata in discoteca, per una frase ritenuta a sfondo razziale. Il 21enne indagato si sarebbe disfatto del telefono cellulare consegnandolo a un familiare per evitare i controlli; il gesto è ora al centro delle verifiche della squadra mobile, che indaga anche sul possibile occultamento dell'arma del delitto.
Nei giorni scorsi, gli agenti hanno perquisito le abitazioni del giovane indagato e di un suo parente, sequestrando abiti, scarpe e un giubbotto nero: i reperti sono ora analizzati da due genetiste incaricate dalla Procura, per cercare tracce di DNA utili a ricostruire con precisione la dinamica della notte di sangue. Partendo da questo drammatico caso di violenza, il programma Psiche Criminale, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ha approfondito le problematiche della criminalità giovanile e i tanti omicidi che vedono come protagonisti giovani con un'età anagrafica sempre più bassa. “Il fenomeno dilagante della criminalità minorile – ha detto la sociologa Alessia Belgianni – è riconducibile a un'emergenza sociale. Non parliamo solo di crisi educativa, ma ci sono tanti altri fattori e cause che determinano questi comportamenti violenti, sia individuali che di gruppo. Non a caso ormai parliamo sempre più di baby gang, veri e propri gruppi criminali che spesso arrivano a uccidere, ma composti da giovani e giovanissimi con grandi fragilità di fondo e disagio, per cui non riescono a gestire la frustrazione e l'emotività. Il fatto di doversi sentire sicuri portando un'arma è sintomo di un comportamento che devia dal punto di vista sociale, ma anche di una criminalità quasi annunciata. Si tratta di una violenza soggetta a un crescendo: si parte da un semplice comportamento deviante, poi si arriva a uccidere. La reperibilità delle armi è troppo semplice, ci vorrebbe maggiore controllo per i giovani. Tutto ciò non è dovuto solo al comportamento sbagliato degli adulti, da cui i giovani assorbono i modi di agire, ma anche al fatto che i ragazzi vengono lasciati allo sbaraglio e non c'è vero e proprio controllo. Sicuramente oggi non sono né educati né monitorati”. “Gli adolescenti – ha sottolineato Liuva Capezzani, psicologa e psicoterapeuta – sono in una fase di evoluzione personale in cui è importante rappresentarsi in una fascia adulta, ma questo passaggio può essere ostacolato dagli ambienti e dai modelli educativi. Qualunque tipo di violenza è reato, ma è anche un abuso di potere, che diventa per alcuni giovani una forma simbolica di adultità. Usare un'arma non significa solo offendere, ma anche dichiarare di avere un potere offensivo, con il quale molti giovani provano a identificarsi. Mancano i modelli educativi che possano limitare e mitigare queste azioni offensive. Il tema calcistico è un pretesto per dichiarare un senso di appartenenza a una cultura, ad abitudini o a preferenze, da parte di chi si unisce a un gruppo di persone. Ci sono delle tifoserie per le proprie origini e storie culturali, ma in realtà alle spalle ci sono tantissime fragilità. Purtroppo non si comprende la duplice pericolosità per sé e per gli altri nel portare un'arma.
Alla fine, l'urlo "Forza Marocco" sembra una lotta per l'affermazione di sé, la rivendicazione dell'appartenenza culturale e locale al territorio. Le città e i contesti culturali sono cambiati: prima c'erano i riti, le transizioni, passaggi che oggi mancano, come le buone proposte di integrazione tra giovani adulti di provenienza geografica differente. Così ci si sofferma su cose come l'origine straniera, che è solo un pretesto per affermare la propria personalità”. “In una società dove sono scomparsi i riti – aggiunge lo psicologo Simone Ceccarelli – la violenza è diventata un rito iniziatico per far parte del branco. Siamo in una fase di transizione, il nuovo mondo non è ancora sorto, e in questo chiaroscuro nascono i mostri. Non apparteniamo più alla cultura contadina e siamo già la civiltà postindustriale, non c'è più la distinzione tra servo e padrone, si sono mischiate le classi. E i ragazzi non sanno proprio cosa fanno. L
'atteggiamento sembra di chi non sia consapevole, non si hanno punti di riferimento e una direzione. Altro tema è quello legato ai ragazzi che appartengono alle seconde generazioni di migranti: non sono più cittadini del mondo come i genitori, ma non sono neanche occidentali. Si trovano in una situazione particolare, sono più deboli le identità, ma è più forte e dogmatica la simbologia. Per loro non va toccata l'identità, che è già fragile, e va a finire che non sanno più chi sono. Ogni affronto scatena la violenza, che è solo il tentativo di dimostrare chi si è. Inoltre, nascondersi rappresenta la consapevolezza di averla fatta grossa”. Per l'avvocato Riccardo Brigazzi “abbiamo un problema che riguarda un po' tutta la società. Quando ragazzi così giovani arrivano a compiere atti del genere senza pensare alle conseguenze, più che loro hanno sbagliato i più grandi, gli adulti, i genitori. Quello che le nuove generazioni imparano arriva dalle precedenti generazioni. I ragazzi non muoiono per uno sguardo di troppo, ma per un coltello o una pistola di troppo, che non ci dovevano essere. Portare armi può essere considerato premeditazione, ma va dimostrato che era un atto preordinato con un'intenzione di offendere. È una cosa complessa. Ma come notato in altri casi, non sarà la premeditazione il vero problema: in omicidi del genere sono tante le aggravanti contestabili e che porteranno ugualmente a dibattere di una pena dell'ergastolo, al di là della premeditazione. Altro dato è che la violenza giovanile è un problema già presente da sempre, ma che oggi assume altre forme”.




