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Referendum sulla giustizia, "Sergio Mattarella ha il dovere di fermare i giudici"

Iuri Maria Prado
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Egregio Signor Presidente della Repubblica, Ella assiste in questi giorni, in queste ore, all'insorgere di allarmanti movimenti eversivi dell'ordine costituzionale. Formazioni della magistratura corporata si associano per intralciare in modo indebito l'esercizio del diritto al referendum popolare, perfino istigando la Sua persona a condividere quelle istanze di scoperta sedizione istituzionale. Nella riaffermazione del presidio morale con cui sorveglia l'ordinato svolgersi della vicenda civile e politica del Paese, Ella ha avuto occasione più volte di richiamare i ranghi pubblici a porre rimedio alle non più tollerabili storture manifestatesi in seno all'amministrazio ne della giustizia, e ancora Ella ha giustamente indicato come la somma degli scandalosi episodi di cui si è avuto deplorevole spettacolo negli ultimi mesi si ponga a terribile pregiudizio dell'affidamento fiduciario dei cittadini nell'azione della magistratura. Ma in questo caso si tratta di fatti e comportamenti incomparabilmente più gravi, che non si riducono a pur ricorrenti e pur inaccettabili casi di malversazione, bensì costituiscono un esperimento di sfrontata turbativa dell'assetto democratico: addirittura, si ripete, con il tentativo di coinvolgervi il Presidente della Repubblica, chiamato a "intervenire" affinché sia opportunamente ostacolato il diritto costituzionale di sottoporre le leggi a scrutinio referenda rio. Ella non può restare inerte a fronte di queste dichiaratissime intenzioni sovversive: un potere che svolge una funzione inevitabilmente intimidatoria quando chi ne è titolare pretende di interferire in questo modo negli equilibri del sistema rappresentativo e della sovranità popolare. Ella, Signor Presidente, ha l'obbligo di difendere l'effettività della Sua propria funzione, doppiamente compromessa se non sarà esercitata nella duplice riaffermazione del diritto costituzionale al referendum e del dovere presidenziale di proteggerlo. Confidiamo in Lei e nella forza che le proviene dal diritto, e nel fatto che sappia usarla contro il diritto della forza.

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