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Luca Morisi, Alessandro Sallusti: "Più che un'inchiesta, un agguato. Giudici e giornali, la droga è una brutta bestia..."

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Luca Morisi, da pochi giorni ex braccio destro di Matteo Salvini per la comunicazione social, è indagato per possesso e cessione di modiche quantità di droga dalla procura di Verona. L'inchiesta, partita ad agosto, è stata svelata ieri da due quotidiani, Corriere e Repubblica, a pochi giorni dalla tornata elettorale per le amministrative in importanti città. L'interessato non nega il fatto, cioè di fare uso di stupefacenti, la stessa Procura lo definisce «fatto banale», ma il caso irrompe nella campagna elettorale, già infuocata di suo, con la sperimentata violenza mediatica e politica il cui obiettivo, ovviamente, non è Morisi bensì il suo capo Salvini e per certi versi l'intera Lega, come se un partito dovesse sapere dei vizi privati dei suoi dirigenti o, come nel caso del figlio di Grillo accusato di stupro, addirittura dei parenti.

 

Sono in tanti in queste ore, a sinistra ma anche a destra, a fregarsi le mani per questo insperato regalo. Già, un pacco regalo ben confezionato, nei tempi e nei modi, dal solito "sistema" che da anni sovraintende da dietro le quinte a instradare la politica dove meglio gli aggrada, "sistema" che sotto elezioni è capace di dare il meglio di sé. Ancora non sappiamo se un reato è stato consumato in punta di legge (la modica quantità non è illegale), ancora non sono state compiute le perizie sui liquidi che Morisi avrebbe ceduto ad altri ragazzi e già le carte passano dalle procure ai soliti giornali. E poi la solita ipocrisia di sinistra e grillini che mentre lanciano il referendum per la legalizzazione delle droghe si indignano perché uno ne fa uso in "modiche quantità", non perché vizioso - cadrebbe tutto l'impianto referendario - ma in quanto leghista.

 

Come noto io non ho particolare simpatia per chi fa uso, anche modico, di sostanze stupefacenti, però ne ho ancora meno per chi prova a condizionare il mio voto a poche ore dall'apertura delle urne. Che il guru dei social leghisti abbia sbagliato è fuori dubbio ed è giusto che affronti eventuali conseguenze penali, ma questa inchiesta per un "fatto banale" poteva essere svelata un mese fa o anche tra sette giorni che nulla sarebbe cambiato dal punto di vista giudiziario. La droga è una brutta bestia, sia se la assumi sia se magistrati e giornali la iniettano nel circuito democratico: «Non c'è peggiore tirannia - sosteneva Montesquieu - di quella esercitata all'ombra della legge». Più che una inchiesta, tutto ciò a me pare un agguato. Nonostante gli appelli della Cartabia e alcuni punti della sua riforma, la giustizia continua a essere in questo Paese una arma impropria al servizio di pochi.

 

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