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Tumore non riconosciuto e morte? "Risarcimento danni": come e quanto si può ottenere

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Una morte per tumore non riconosciuto tempestivamente dai medici può dare diritto a un risarcimento agli eredi della vittima. Alcune recenti sentenze della Corte di Cassazione ribaltano  il quadro anche in molte vicende di malasanità. "Il risarcimento dei danni dovuti alla responsabilità dei sanitari, che hanno omesso la diagnosi corretta in tempo utile a salvare la vita del malato, comprende diverse voci", spiega Paolo Remer per Laleggepertutti.it. Innanzitutto, non si parla solo della "compromissione della salute e della vita" del paziente, il cosiddetto "danno biologico". I giudici hanno gettato un faro anche sulla sofferenza del malato e la lesione della sua libertà di autodeterminazione per la porzione restante della sua esistenza.

 

 

 



Risultano risarcibili, dunque, i danni dipendenti da "responsabilità medica per omessa o tardiva diagnosi di tumore", "tumore non diagnosticato", "perdita di chance" e "lesione del diritto all’autodeterminazione".  Per quanto riguarda la "omessa o tardiva diagnosi di tumore", occorre dimostrare che il medico non abbia svolto la sua attività professionale con "diligenza qualificata", non sottoponendolo, per esempio, a visite specialistiche in caso di incertezza. Nella pratica, spiega il sito specializzato, ci sono due casi principali che portano al risarcimento dei danni in favore dei familiari e degli eredi: l’omessa diagnosi del tumore, "quando la neoplasia non viene individuata e riconosciuta oppure viene scambiata erroneamente con altre patologie non tumorali", e la tardiva diagnosi del tumore, "quando esso viene diagnosticato con un ritardo che compromette la possibilità di praticare le terapie utili a salvare la vita del paziente o a evitarne l’invalidità permanente".

 

 

 

 

 

Dal punto di vista economico, il risarcimento comprende l'aspetto patrimoniale, vale a dire le spese sopportate per ricoveri ed interventi chirurgici che una diagnosi precoce avrebbe evitato (oltre al danno biologico - lesioni permanenti o morte - e alla perdita di chance), e un aspetto non patrimoniale, traducibile in "danno morale ed esistenziale". In altre parole, la sofferenza psicologica arrecata al paziente per la sua agonia. I familiari possono chiedere anche un risarcimento del danno parentale. Il danno biologico e le altre componenti patrimoniali hanno criteri certi, con l'ammontare stabilito da una tabella (a cui si aggiungono le spese sostenute dai familiari), mentre i danni non patrimoniali variano da caso a caso e sono a discrezione della corte. 

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