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Marco Travaglio, l'orrore contro Angelo Burzi: "Chi non muore si ravvede", lo sfregio a un uomo che si è suicidato

Roberto Cota
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Sul Fatto Quotidiano di ieri Marco Travaglio ha pubblicato un articolo dal titolo "Chi non muore si ravvede" relativamente alla tragica scomparsa di Angelo Burzi. Un articolo difficile da commentare perché sfugge a qualsiasi canone di decenza, umanità e di logica. Innanzitutto, il titolo. Che cosa significa'? Un gioco di parole, sulla morte tragica di una persona? Andiamo oltre. È inqualificabile l'accostamento fatto da Travaglio della figura di Angelo Burzi a quelle di Provenzano e Riina. Ciò semplicemente perché Burzi è stato coinvolto in un procedimento penale avente ad oggetto la controversa valutazione di alcune spese. Riina e Provenzano sono altra cosa. Perché fare questo riferimento? A seguire la logica di Travaglio che cosa dovremmo dire della sindaca di Torino, condannata nel processo per i tragici fatti di piazza San Carlo dove sono morte delle persone? Ritengo, assolutamente niente.

 

Anzi, vanno ascoltate le sue ragioni che, personalmente, sostengo. Ma questa è una regola del vivere civile che va chiarita e con Travaglio sembra impossibile farlo. Quanto al contenuto del pezzo (si fa per dire), Burzi è stato assolto per l'indagine rimborsopoli piemontese, troncone 2010/2012, in primo grado perché il fatto non sussiste. È stato assolto dopo un pubblico dibattimento durato due anni dove sono stati ascoltati nel contraddittorio molti testimoni. Dopo otto anni quel processo è ancora aperto. L'oggetto è semplicemente la valutazione di alcune spese. È giusto? Se una persona è stata assolta in primo grado e non sono intervenuti elementi nuovi, è giusto che la sua posizione venga continuamente ridiscussa? Se un Giudice, nel caso di Burzi (e nel mio) un Tribunale, decide che una persona è innocente è logico che possa esserci almeno il ragionevole dubbio che lo sia? Secondo Travaglio, poi, Burzi sarebbe colpevole perché ha patteggiato una pena in un altro troncone del procedimento, quello che riguardava le spese tra il 2008 ed il 2010. Si tratta di spese che sono per tipologia sostanzialmente uguali a quelle per le quali era stato assolto ed ha deciso di patteggiare soltanto dopo che la sentenza per il troncone 2010/2012 era stata ribaltata.

 

Non perché colpevole, ma soltanto perché non ne poteva più di affrontare un altro processo. Si è parlato nei giorni scorsi di una commissione di indagine su rimborsopoli, idea che a Travaglio non sembra piacere e che irride. Esiste un oggettivo problema di risultati differenti negli stessi tribunali ed in tribunali diversi a fronte di spese assolutamente comparabili. È illogico dire che sarebbe necessario fare una ricognizione e un approfondimento? L'analisi di tali spese aiuterebbe a chiarire la legittimità /buona fede del comportamento di tutti i soggetti coinvolti. Angelo Burzi sapeva di essere innocente e lo era, questo è il dramma.

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