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Attilio Fontana, il verdetto che fa piangere la sinistra: cosa ha deciso il giudice

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Non ci sarà un processo. Niente sbarra per il governatore della Lombardia, Attilio Fontana e altri imputati prosciolti perché il fatto non sussiste. Il presidente della Regione Lombardia dunque non andrà a processo per il cosiddetto "caso camici", nel quale era imputato per frode in pubbliche forniture. Lo ha deciso il gup Chiara Valori durante l'udienza preliminare di oggi, perché "il fatto non sussiste".

 

Al centro dell'inchiesta, l'affidamento di una fornitura di 75mila camici per circa mezzo milione di euro alla la Dama spa, società' del cognato del governatore, che a un certo punto sarebbe stata trasformata nella donazione di un numero inferiore di camici pari a 50mila. Oltre a lui, prosciolti anche gli altri quattro imputati, Il cognato Andrea Dini, titolare della Dama spa, l'ex dg di Aria spa Filippo Bongiovanni, la dirigente della società' Carmen Schweigl e il vicesegretario generale di Regione Lombardia Attilio Superti. Si tratta della fine di un incubo per il governatore che era stato accusato proprio durante la pandemia. Da più parti erano arrivati attacchi feroci per questa vicenda, soprattutto da sinistra.

 

 

Adesso il gup ha rimesso le cose al proprio posto. E Fontana si dice sollevato: "Il presidente e' stato screditato in un momento tragico per la Lombardia e per un caso che ha coinvolto lui e la sua famiglia", hanno fatto sapere i legali. Insomma si chiude una pagina dolorosa per Fontana che adesso può guardare a testa alta i prossimi obiettivi della sua amministrazione. E pensare magari con più serenità a un possibile secondo mandato. 

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