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Battaglione Azov, orrore alla Duma: "Che fine devono fare", il destino atroce dei militari

Maurizio Stefanini
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Escalation giudiziaria nel conflitto tra Russia e Ucraina. Da una parte, infatti, alla Duma chiedono di non trattare gli uomini del Reggimento Azov come prigionieri di guerra, ma di qualificarli in blocco come criminali di guerra e terroristi, da sottoporre anche alla pena di morte. Dall'altra, i tribunali ucraini hanno iniziato a processare i prigionieri di guerra russi accusati di crimini di guerra, e altri due sono finiti ieri alla sbarra dopo Vadim Shishimarin: il sergente 21enne che ha ammesso di aver sparato il 28 febbraio a un vecchio in bicicletta, e che rischia l'ergastolo. È la pena che vorrebbe anche la vedova, cui Shishimarin ha chiesto perdono. Ma ha aggiunto che non si opporrebbe a uno scambio con i difensori di Azovstal. Secondo la Procuratrice generale ucraina Iryna Venediktova, sono partite 11.000 indagini per crimini di guerra, e sarebbero stati detenuti 40 sospetti. Dall'altra parte la Russia dice di aver catturato a Azovstal 1730 militari.

 

 


Gli stessi ucraini vogliono uno scambio alla pari, ma le due situazioni non sono le stesse. Da una parte, infatti, gli ucraini stanno perseguendo comportamenti concreti, confermati anche da varie organizzazioni internazionali e Ong. Ultimissima Human Rights Watch, che sta indagando su 22 presunte esecuzioni sommarie, 9 altre esecuzioni illegali, 6 possibili sparizioni forzate e 7 casi di tortura compiuti da truppe russe di occupazione. Ci sono nomi, cognomi, testimonianze e prove.

 

 

 

I CRIMINI
Da parte russa non ci sono invece per ora circostanze altrettanto precise, ma affermazioni generiche. «Il genocidio nel Donbass», ad esempio: citando in genere le 14.000 vittime dei dati Osce, senza specificare che nel conto stanno ad esempio anche 4.000 combattenti ucraini e i 298 passeggeri dell'aereo malasysiano tirato giù da un missile dei pro-russi. "Azov nazista": definizione da chi ha spiegato che "Hitler era ebreo"! Detto ciò, l'idea di considerare in blocco gli aderenti a determinati reparti come criminali di guerra non è inedita. Fu quel che fece per esempio George W. Bush in Afghanistan, facendo applicare la Convenzione di Ginevra per i talebani, considerati membri di forze armate regolari; ma non per gli uomini di al-Qaeda, considerati «terroristi e non prigionieri di guerra», benché quelli presi in Afghanistan fossero a tutti gli effetti inquadrati in una brigata dell'esercito taleban. Anche le Ss furono dichiarate in blocco al Processo di Norimberga «organizzazione criminale».

 

 


Al-Qaeda, però, era già stata catalogata come organizzazione terrorista a livello internazionale. E quella sulle Ss fu appunto una sentenza. Ci sono nella Seconda Guerra Mondiale altri esempi di non applicazione della Convenzione di Ginevra, relativi o a forze regolari di governi non erano riconosciuti da contendenti: tipo le forze della Repubblica Sociale Italiana per gli Alleati, o quelle del Regno del Sud o della Francia Libera di De Gaulle per i tedeschi. O a forze irregolari, tipo i partigiani. Proprio per affrontare questo problema in epoca successiva la Convenzione di Ginevra è stata emendata, nel 1949 e nel 1977. Ma Russia e Ucraina si riconoscono, e il Reggimento Azov è una unità regolare delle Forze Armate ucraine: dall'11 novembre del 2014. È vero che nel maggio precedente era nato come milizia paramilitare, ma allora per esempio tutto l'esercito israeliano prima dell'indipendenza esisteva come formazioni paramilitari. E lo stesso discorso sarebbe valido per una quantità di altri eserciti: Eritrea, Myanmar, Angola, Mozambico, Nicaragua, Cuba, Vietnam, Cina, perfino i marines Usa! La decisione di non applicare la Convenzione di Ginevra a reparti regolari senza un procedimento ha invece altri precedenti nella Seconda Guerra Mondiale.

I RISCHI
I tedeschi, in particolare, lo fecero con i Commandos britannici e con i Commissari Politici dell'Armata Rossa; i giapponesi con gli aviatori dei bombardieri Alleati. Ma furono appunto comportamenti giudicati crimini di guerra essi stessi, e anche con questa imputazione il comandante della Wehrmacht generale Jodl fu condanna to a Norimberga e impiccato. Anche in riferimento a questo prece dente, Amnesty International e la Croce Rossa Internazionale hanno dunque ammonito la Russia e rispettare la Convenzione di Ginevra. Amnesty ha aggiunto che i difensori di Azovstal non devono correre il rischio di esecuzioni sommarie come già avvenuto da parte dei russi in altre zone dell'Ucraina, e ha accusato i media e la propagan da russa di aver "disumanizzato" gli uomini del Reggimento Azov col dipingerli come "nazisti" in modo abusivo. 

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