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Rcs ko in appello, Urbano Cairo in grossi guai: cosa rischia il "Corriere della Sera"

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Per Il Corriere della Sera rischia di mettersi male. È stata infatti rigettata dalla Corte d'Appello di Milano l'impugnazione proposta da Rcs MediaGroup spa. Al centro la causa che lo vedeva coinvolto insieme a Kryalos Sgr per i "lodi arbitrali" sulla vendita di un'importante partecipazione immobiliare nella zona di Via Moscova a Milano. Quella del magistrato Carla Romana Rainerio è la seconda bocciatura in poco più di un anno per il gruppo presieduto da Urbano Cairo.

 

 

Ma non solo, perché questa sarebbe sempre secondo i giudici la conferma che Kryalos, società partecipata da Blackstone, nell'operazione che nel 2013 ha portato alla vendita e alla locazione del complesso immobiliare di via Solferino, via San Marco e via Balzan a Milano, non ha commesso il reato di usura nei confronti di Rcs Mediagroup. Rcs infatti è convinta che l'immobile venduto per 120 milioni di euro valesse di più, attorno a 200 milioni. "La decisione di vendere - è l'opinione del gruppo - era stata dettata dalla cogente necessità di far fronte alle difficoltà economico-finanziarie del gruppo". L'usura, notano i giudici milanesi, "non può rintracciarsi nella mera, 'oggettiva sproporzione fra il prezzo convenuto nella compravendita ed il maggiore valore attribuito" ai beni in questione. Insomma, la trattativa era trasparente. 

 

 

Una battaglia che rischia di finire male per Cairo, che si scontra con gli americani dal lontano 2018. Quell'anno Blackstone aveva intavolato una trattativa con il colosso tedesco delle assicurazioni Allianz per vendere il complesso acquistato da Rcs a 250 milioni di euro, più del doppio della cifra venduta all'editore di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. E ora viene da chiedersi che ne sarà del quotidiano. 

 

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