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Renzi: "Il Pd deve abbandonarela cultura stalinista"

Il sindaco di Firenze al segretario:

Il sindaco di Firenze contro Bersani: "Considera nemico numero uno l'amico che dissente"

Andrea Tempestini
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Bombardare Bersani. Lo sport preferito a sinitra. Dopo i missili sganciati dal gruppo l'Espresso, dopo quelli di Beppe Grillo (che però dalla sinistra come da tutti i movimenti politici tende a smarcarsi), ecco il terra-aria di un altro teorico amico del segretario del Pd. "Sei uno stalinista". La firma in calce alla boutade è del rottamatore Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, la serpe in seno dei democratici, il nemico nato e cresciuto in casa che non si è mai fatto scrupoli nel criticare la leadership della sinistra. "Abbandonate la cultura stalinista" - Il primo cittadino del capoluogo toscano spiega: "Creco che i miei compagni di partito debbano abbandonare la cultura stalinista che considera nemico numero uno l'amico più vicino che dissetne". Renzi, aggiunge, che "comunque io dal Pd non me ne vado perché il Pd è anche casa mia". Bersani come il dittatore sovietico, insomma, secondo quanto dichiarato dal rottamatore al quotidiano Qn. E poi rincara rispolverando l'antico cavallo di battaglia, le primare, che "vanno fatte" e nelle quali "uno di noi giovani amministratori ci sarà: non è detto che sia io", ha chiosato. Le primarie - In merito ad una sua eventuale candidatura alla premiership Renzi aggiunge che "il problema non riguarda me, ma le modalità con cui il Pd sceglierà il proprio leader. Dopo che per anni abbiamo fatto le primarie per decidere se un segretario di circolo doveva andare in bagno, ora diciamo che non servono più?. Non capisco - insiste -: vogliono buttare fuori quelli che vincono le elezioni, per tenere i parlamentari eletti con il porcellum che quando si candidano prendono solenni bocciature?".

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