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Il gran giorno della Minetti:si dimetterà oppure no?

Alfano come il Cav le chiede un passo indietro. Galan chiede di non farne una strega. Secondo la Gelmini, Nicole paga per tutti

Andrea Tempestini
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Nonostante il dispiacere per aver dovuto lasciare il passo, Angelino Alfano è al fianco di Silvio Berlusconi nella sua nuova corsa elettorale. E lo è davvero. Tanto da raccogliere e rilanciare l'appello rivolto dal Cavaliere alla consigliera regionale Nicole Minetti: "Dimettiti". A domanda diretta sulla necessità che si dimetta la bella Nicole, il segretario azzurro risponde senza indugi: "Sì, lo faccia lunedì". E lei, in questa giornata caldissima, che risponde? Nulla: "Non rilascio dichiarazioni", ha tagliato corto la consigliera regionale. "Non aggiungo altro": poi Nicole ha interrotto le comunicazioni con l'agenzia di stampa Agi. Formigoni in imbarazzo - Ed eccoci, a lunedì. Il gran giorno di Nicole: si dimetterà oppure no? Per ore le voci si alternano, si accavallano, senza nulla di certo. Anzi, si capisce che il pressing su Nicole è forsennato ma probabilmente l'assedio non porterà frutti. Attesi, comunque, per martedì. A un imbarazzato governatore della Lombardia Roberto Formigoni non resta che spiegare: "Le dimissioni sono un istituto personale, una persona può decidere di se stessa". E allora, queste dimissioni sono arrivate o no? "Per quanto ne sappia non sono arrivate - allarga le braccia il Celeste - ", ma alla luce di quanto riferito dal coordinatore regionale, Mario Mantovani, sono o sarebbero in arrivo".  Galan: "Non facciamone una strega" - Il partito è concorde sulla necessità del passo indietro, ma le posizioni sono sfumate. Ecco allora che un fedelissimo di Berlusconi, Giancarlo Galan, spiega che "la Minetti non andava proprio candidata, e in futuro non ci dovranno essere Minetti candidate". Però, intervistato da TgCom24, poi aggiunge: "Mandarla via ora non ha un senso" poiché "è come bruciare una strega sul rogo. Non andava candidata e basta". L'errore, insomma, è stato commesso a monte, e Galan non vuole trasformare la consigliera lombarda in una sorta di Rosi Mauro in salsa azzurra, ossia la "strega" da immolare per lavare le macchie del partito. Gelmini: "Non sono d'accordo con Alfano" - Più netta, invece, la posizione presa da una delle donne più in vista tra gli azzurri, l'ex ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che spiega: "Certo, il suo percorso non è lineare, e di sicuro è stato un errore candidarla. Ma ci sono anche moltissimi uomini che hanno fatto carriera politica non per merito, senza finire come la Minetti nel tritacarne mediatico". Insomma, per la Gelmini, Nicole potrebbe essere l'unica vittima del clima imposto dal nuovo corso voluto dal Cavaliere: "E' finita una stagione - ha aggiunto -, adesso si parla di preferenze e di impegno sul territorio, ma è troppo facile dire oggi a morte la Minetti". L'ex ministro è chiaro: "Non sono d'accordo con Alfano, oggi Nicole appare più vittima che responsabile di quel che è accaduto". "Si deve dimettere" - Altre due donne del Pdl assumono invece posizioni un po' più reticenti, meno netto. La prima è Ombretta Colli, che ha chiarito: "Perché proprio adesso vogliono cacciarla? Non ne ho la più pallida idea. E non so neppure se sia stato un errore candidare la Minetti, non si può ragionare col senno di poi. Ma per favore non buttiamola sul femminismo, sarebbe un disastro". Ma insomma, secondo la Colli, Nicole si deve dimettere oppure no? "Se il segretario del tuo partito te lo chiede...". Una risposta che non lascia spazio ai dubbi. Infine le parole di Valentina Aprea, forzista della prima ora: "Se viene meno la fiducia del partito, le conviene lasciare il posto. Non saprei davvero dire perché questa richiesta arriva solo adesso; spero che Nicole si realizzi in altri modi diversi dalla politica".  

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