Cerca
Logo
Cerca
+

Ingroia e la "ragion di Stato":vuole mollare l'inchiestasulla trattativa Stato-mafia?

Il Pm di Palermo: "La politica deve dire se ci sono temi e territori che debbano essere sottratte alla verifica della magistratura"

Nicoletta Orlandi Posti
  • a
  • a
  • a

  Qualcuno l'ha interpretata come una provocazione, ma forse dietro l'intervista rilasciata a Repubblica forse c'è davvero l'intenzione di Antonio Ingroia di mollare la patata bollente: l'inchiesta cioè della trattativa tra Stato e Mafia che ha già fatto un morto sollevando polemiche e divisioni persino all'interno della Magistratura.  Un passo indietro - "Sulla vicenda della trattativa c'è una ragione di Stato che impedisce l'accertamento della verità sulla base delle ragioni del diritto penale? Se è così, dalla politica devono venire parole chiare: se si ritiene che debbano essere  sottratte alla verifica della magistratura temi o territori coperti dalla ragione di Stato, lo si dica", ha detto a Repubblica. "Di fronte a una legge, o a una commissione di inchiesta politica, che ribadisse la ragione di Stato dietro alla trattativa, la magistratura - aggiunge Ingroia - non potrebbe che fare un passo indietro. In caso contrario, la legge ci impone di andare avanti per l'accertamento della verità". "Credo - prosegue - che sia necessario uscire dall'equivoco, alimentato dalle parole dette e non dette di autorevoli commentatori, a proposito di una presunta ragion di Stato che dovrebbe fermare l'azione della magistratura". Sull'esistenza della trattativa Ingroia   sottolinea che "sentenze definitive stabiliscono che ci fu: da lì siamo partiti. E oggi il paese ha un'occasione unica: non vorrei che andasse perduta". L'ira delle vittime - Le dichiarazioni di Ingroia hanno mandato su tutte le furie l'associzione delle vittime della strage di via dei Georgofili: "Non può esistere nessuna valida Ragion di Stato, procuratore Antonio Ingroia, che possa fermare le indagini e i conseguenti processi per la trattativa Stato-Mafia, conseguenza chiarissima della strage del 27 Maggio 1993 in via dei Georgofili a Firenze, la così detta strage del 41 bis", ha tuonato la presidente Giovanna Maggiani Chelli. "Dietro a quale 'ragion di Statò si potrebbero mai nascondere omicidi come quello di Caterina Nencioni, Nadia Nencioni, i loro genitori e Dario Capolicchio o il massacro di 48 persone oggi invalide?", si chiede ancora Chelli.  "E' una provocazione" - “Il pm Antonio Ingroia è uomo troppo intelligente per non capire che l'evocazione della 'ragion di Stato', non può che  essere letta come l'ennesima provocazione da lui rivolta ai vertici istituzionali", ha commentato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. "Qui non c'è nessuna ragione di Stato da proclamare, nè alcun segreto di Stato da richiamare: non ve n'è bisogno e nessuno lo hai mai fatto". "C'è solo da invocare il rispetto delle regole, che chiunque è  chiamato ad osservare, in particolare chi dice di operare per la  verità che gli italiani attendono. Mi auguro che si voglia riflettere  con più serenità -conclude Casini- e finisca l'epoca delle provocazioni e delle polemiche che purtroppo si continua ad alimentare”.  

Dai blog