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Consiglieri grillini usano soldi pubbliciper pagare le interviste e comparsate tv

Lucia Esposito
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  Scandalo sul Movimento a Cinque Stelle. Un Ferragosto di fuoco a Bologna dove alcuni consiglieri regionali pagano, con soldi pubblici interiste e ospitate nelle tv e nelle radio locali. Tra loro c'è anche il grillino Giovanni Favia che è stato eletto proprio per protesta contro la Casta e che ogni giorno è in prima linea nel denunciare gli sprechi pubblici. E pensare che Beppe Grillo aveva vietato, durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative, la sovraesposizione mediatica agli aderenti al suo movimento. La notizia è riportata dal quotidiano Repubblica, che riferisce di Favia il quale ha amesso di aver firmato un contratto con un'emittente locale "per garantirsi visibilità" nonostante gli anatemi del suo leader Grillo. Lo scandalo non coinvolge solo il grillino: la sua collega dell'Udc Silvia Noé ha spiegato serenamente che così "così fan tutti", devolvono una piccola quota per avere un ritorno sicuro d'immagine leggendo la rassegna stampa. Tariffe e controlli rEsiste, svela Repubblica, un vero e proprio tariffario: si va dai 200 fino ai 500 euro a presenza. Addirittura un consigliera regionale della Federazione della sinistra, appena eletta, Monica Donini si è vista recapitare una mail con le proposte di una tv. Il consighliere del Pdl Galeazzo Bignami ha mostrato una fattura di 1500 euro per cinque ospitate. Coinvolti anche  l'esponente di Sel Gian Guido Naldi e il leghista Manes Bernardini. Il Pd si tira fuori e invoca l'intervento dell''Ordine dei giornalisti che, intanti,  ha annunciato verifiche. In realtà sono già arrivate prime ammissioni da parte di qualche  giornalista. Dario Pattacini di "/ Gold": "Certo che mi facevo pagare, noi non abbiamo finanziamenti dallo Stato, chi vuole venire da noi lo sa, sono 200 euro a tramissione, nessuno si è mai lamentato".   

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