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Elsa reintegra gli esodatia insaputa delle imprese

Ultima gaffe del governo: parte dei prepensionati potrebbe tornare al vecchio impiego. No delle Poste, dubbi di Pd e Pdl. A breve incontro con i sindacati

Andrea Tempestini
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Una settimana fa, Elsa Fornero aveva gettato la croce addosso alle imprese: «Gli esodati li creano loro». Quindi è giusto, ha scritto due giorni fa il ministro del Welfare ai sindacati, che eventualmente siano le imprese a richiamarli al lavoro. È questo, neanche troppo tra le righe, il messaggio che Fornero indirizza ai datori di lavoro quando annuncia che tra gli «specifici interventi» che il governo sta studiando per trovare una soluzione al problema di chi ha lasciato il lavoro ma non può andare in pensione a causa della recente riforma previdenziale, c'è anche «la prospettiva di offrire nuove opportunità occupazionali». Ma le imprese non ne vogliono sapere. La prima a mettere le cose in chiaro è Poste italiane: «Non è ipotizzabile la riassunzione di queste persone anche perché, nel frattempo, l'azienda ha dato luogo a normali interventi di turn over e di ricambio del mix professionale che non rendono possibile la reversibilità delle situazioni pregresse». Nessun rientro degli esodati, dunque. «Tutte le risoluzioni del rapporto di lavoro sono intervenute in maniera assolutamente consensuale nell'ambito delle ordinarie politiche aziendali di gestione degli organici», precisa Poste italiane. Resta fredda anche Confindustria, che non a caso si rifiuta di prendere una posizione ufficiale ricordando che trattandosi di uscite concordate tra il singolo lavoratore e le imprese, dovranno essere le seconde, semmai, a concordare caso per caso gli eventuali rientri. Le stesse perplessità le nutre Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera (Pdl): «L'idea è suggestiva, ma non ho ben compreso con quali misure il ministro Fornero intenda reimpiegare i lavoratori da salvaguardare rispetto ai nuovi requisiti del pensionamento». E mentre Gianfranco Polillo, il sottosegretario all'Economia che per primo aveva ventilato la possibilità dei reimpiego degli esodati, se la ride pensando agli «improperi, con tanto di richiesta di dimissioni», destinati a lui («la lettera che il ministro ha inviato ai sindacati dimostra che quello che ieri sembrava impossibile è praticabile»), la mossa di Fornero è accolta con scetticismo anche dalle forze di centrosinistra. «Non so quanto sia possibile l'ipotesi di far tornare a lavorare gli esodati, mi sembra singolare», ammette Pier Luigi Bersani, segretario del Pd. «Il governo dei professori compie l'ennesima retromarcia. Attendiamo i fatti perché, al momento, dal ministro sono arrivate solo parole», attacca Maurizio Zipponi, responsabile lavoro dell'Idv, che se la prende anche con «il solito pressapochismo» e «il colpevole ritardo» con cui Fornero ha deciso di convocare i sindacati sul tema. I sindacati, dal canto loro, incassata l'apertura del ministro chiedono al governo di accelerare i tempi. «Tanto tuonò che piovve», ironizza Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl: «Spero che adesso la vicenda si chiarisca e che l'incontro si faccia subito perché non abbiamo ancora la data e la vorremmo avere». Un primo contatto potrebbe andare in scena martedì ad un convegno di Confindustria dove è prevista la presenza di Fornero e dei leader di Cgil-Cisl-Uil. Mette fretta anche Domenico Proietti, segretario confederale della Uil: «Abbiamo chiesto un tavolo proprio per trovare la soluzione migliore per migliaia di lavoratori e finalmente il ministro ha capito». di Tommaso Montesano

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