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Strage di BrindisiTrovato l'uomo del video

Rintracciato un 47enne: è lui il presunto killer di Melissa. Ora si trova in questura con il fratello

Andrea Tempestini
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Tutto da rifare. Dopo un lungo susseguirsi di voci sul presunto fermo del responsabile della strage di Brindisi, in serata la Questura ha smentito tutto: "Non ci sono arrestati, non ci sono fermati, non ci sono indagati in questo momento e non ce ne saranno nelle prossime ore". A dichiararlo è il Capo di Gabinetto Anna Palmisano intervenuta per calmare gli animi dopo che una macchina "civetta" della polizia era stata presa d'assalto a calci e pugni da alcuni giovani che pensavano trasportasse gli indagati.  Solo nel pomeriggio sembrava vicina la svolta. Un uomo è stato infatti rintracciato e portato in questura con il fratello. Sembrava il sospettato numero uno per l'attacco, mancava solo il fermo perché in corso controlli di routine per verificare il suo alibi e le sue responsabilità "in seguito a una delle segnalazioni che stanno arrivando e che necessitano di verifica". In un primo momento, sembrava si trattasse dell'uomo filmato dalle telecamere di sicurezza antistanti la scuola Morvillo di Brindisi. Il presunto killer abita a piazza Tiepolo, nel cuore del quartiere Sant'Elia, dal mattino di lunedì al centro delle perquisizioni delle forze dell'ordine. C. S. - queste le iniziali del sospetto - non si trovava nel suo appartamento da un paio di giorni. A tradirlo, è trapelato da ambienti investigativi, potrebbe essere stato un problema alla mano destra, immortalato dalle telecamere a cicuito chiuso installate sul chioso a poca distanza dalla scuola: l'uomo è stato identificato anche grazie alla sua andatura claudicante e al fatto di avere la mano offesa.   "Strage aggravata" - L'ipotesi di reato che pende sull'autore dell'assassinio è quella di "strage aggravata da finalità di terrorismo". Lo ha spiegato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, conversando con i giornalisti in prefettura a Brindisi. "Tolta l'ipotesi di un fine personale nei confronti di una delle vttime, non c'è dubbio che qualsiasi altra ipotesi ha un effetto intimidatorio, sia che venga fatta da un singolo isolato, sia da un pazzo, sia da un'organizzazione eversiva, sia dalla mafia e dalla Sacra corona unita". Il video - Nel video si vedono le fasi precedenti all'attentato: dal momento in cui l'uomo aziona il telecomando a quando si allontana. Dalle immagini, però il volto del killer non era riconoscibile. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, parlando in conferenza stampa della possibile matrice dell'attentato aveva spiegato: "Non si può escludere nulla. Non ci sono certezze, quindi per ora mi sembra meglio lavorare tutti insieme" (pochi minuti dopo, però, la notizia del fratello del presunto killer portato in Questura). La Severino si è poi rivolta ai giornalisti, ringraziandoli "per non aver pubblicato il volto dell'attentatore, grazie per non aver mostrato per intero quel video". I sospetti - Secondo quanto era trapelato sin dal primo mattino da ambienti investigativi (una circostanza confermata dalla stampa locale), i sospetti, da ore, si concentravano su un residente nella provincia di Brindisi: l'uomo avrebbe schiacciato il telecomando che ha innescato l'esplosione. Gli inquirenti, come confermato dalle perquisizioni, sanno dove abita il presunto colpevole, che però risulta irreperibile. In mattinata, a precisa domanda, il pm Milto De Nozza aveva smentito che ci fossero degli indagati o ricercati. In procura, sotto torchio per più di 24 ore, c'era un secondo uomo, di 63 anni, residente nel centro storico di Brindisi: era massimo il riserbo degli inquirenti sulla persona, ma con il passare delle ore la pista si sarebbe sgonfiata. La polizia, domenica e lunedì mattina, è passata casa per casa con il fermo immagine del video che ritrare il sospettato per raccogliere qualsiasi informazione utile a catturarlo. Lutto cittadino - Il comune di Brindisi "e l'intera cittadinanza porgono l'estremo, affettuoso saluto a Melissa, esprimono i sentimenti più profondi di dolore e solidarietà alla famiglia ed assumono l'impegno solenne di farsi perdonare": questo il testo del manifesto fatto affiggere lunedì mattina dal sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, in concomitanza con i funerali di Melissa. Il sindaco aveva già proclamato il lutto cittadino. Disturbatore di frequenze - La stampa locale, lunedì mattina, ha riportato nuovi dettagli sulla tragedia. Chi ha schiacciato il pulsante del telecomando, prima di innescare la deflagrazione, ha attivato un disturbatore di frequenza per evitare che venissero agganciati dalla cella i cellulari presenti in zona. La circostanza è confermata dal fatto che nei minuti che hanno preceduto e seguito l'esplosione, nelle zone adiacenti alla scuola, non funzionavano né i telefoni cellulari né i telecomandi dei garage. Profumo: "Un atto perdente" - Martedì all 9, nell'aula di Montecitorio, il ministro dell'Interno (che parlerà anche oggi, lunedì, in conferenza stampa) riferirà a nome del governo sull'attentato che ha causato la morte di Melissa. Della tragedia ha parlato anche il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: "Questo atto che ha colpito la parte più importante del nostro paese è un atto che ha perso, ha perso perché oggi abbiamo fatto una verifica con tutte le scuole italiane, la presenza a scuola è al cento per cento, quindi credo che questo sia un segnale molto forte". No alla matrice mafiosa - Con il passare delle ore prende piede l'ipotesi che l'attentato in cui è morta Melissa Basso sia il gesto di un folle isolato e si sgonfia la pista mafiosa. "In termini di probabilità, non di certezza, ci è sembrato di poter escludere la matrice mafiosa. Un'analisi condivisa anche dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Potrebbe essere un gesto isolato, ma non escludiamo la matrice politica e non escludiamo che dietro il singolo attentatore materiale possano esserci altre persone": queste le parole del procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, nel corso di una conferenza stampa di domenica mattina. 

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