Marina Berlusconi, contro di lei si muove la macchina del fango
Il cinismo degli affari che prende il sopravvento, perché quando si tratta di soldi non c'è duellante che dica: «Adesso non gioco più». E la macchina del fango che accelera i ventilatori, perché vede nella pace che non ci sarà il momento più favorevole per colpire. E distruggere. Insomma la guerra fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti va avanti come prima, anzi ancora di più, nonostante i due stiano per convolare a nozze. Proprio così, un sodalizio. Interessato, ovvio. Parliamo del clamoroso progetto di business che, stando a indiscrezioni di stampa e a fonti bancarie, i due competitor starebbero per concludere. Ovvero la costituzione di una concessionaria di pubblicità online. Quando? Prima della pausa estiva. Scopo, in termini di denaro? Fare cartello comune contro i giganti del web. Insomma una santa alleanza per contrastare Google e Yahoo. Ma anche la Rai di Luigi Gubitosi, «colpevole» di avere svenduto la pubblicità per questo Mondiale 2014. Una svolta storica l'unione fra i due rivali sul piano economico e politico, che vede coinvolti quattro partner. Dal lato Cavaliere: Mediamond – joint venture divisa fra Mondadori Pubblicità e Publitalia '80, concessionaria di Mediaset. Dall'altro l'Ingegnere: la Manzoni, incaricata della pubblicità del gruppo Espresso. A loro si aggiungono Rcs e Banzai. Ma il dato significativo (sul piano politico) è il gruppo Espresso. Che induce una domanda: come reagiranno Repubblica e testate affini? Tradotto: la macchina del fango andrà avanti o si placherà in virtù del soldalizio Berlusconi-De Benedetti negli affari? Basta andare indietro nove anni per ricordare che il fondo salvaimprese Management & Capitali di De Benedetti aveva già aperto ai figli dell'allora premier. Apriti cielo! I giornalisti di Repubblica si opposero, minacciarono un terremoto. E non se ne fece nulla. Affare addio. Anche stavolta la notizia ha provocato una specie di cataclisma. Tanto che il settimanale l'Espresso si preparerebbe a sparare il colpo pronto («da giorni» anzi «da settimane») in canna. La testata deve soltanto decidere quando farlo. Segno che la macchina del fango è pronta a colpire. Contro chi? Marina Berlusconi, presidente di Arnoldo Mondadori Editore. Mai indagata. A quanto pare è lei il bersaglio ideale, in questo momento fatidico. La conferma che la figlia di Silvio da Arcore è nel mirino dell'Espresso, arriva da ilfattoquotidiano.it, che ha raccolto le dichiarazioni del Comitato di redazione del settimanale stesso. Riportiamo, testuale, dal sito guidato da Peter Gomez: «Con l'azienda non abbiamo mai parlato. Ma dal direttore, due settimane fa, abbiamo avuto garanzia che pubblicheremo un servizio sulle intercettazioni di Marina Berlusconi che abbiamo lì fermo. Sarà in qualche modo la prova del nove», sottolineano i cronisti del Cdr, «che questa novità non andrà a scapito dell'indipendenza della testata». Dunque sta scritto nero su bianco: la macchina del fango è agguerrita più di prima. Alla faccia del patto nuziale. Vale la pena di ricordare che Marina Berlusconi, intercettata (come noto) al cellulare con il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, sul caso Valter Lavitola e lo scoop del suo giornale che ne aveva annunciato l'arresto nell'agosto 2011, non sia mai stata indagata. Né dalla Procura di Napoli che guidava l'inchiesta sul faccendiere, né da altre. Nulla di penalmente rilevante su Marina. Eppure il settimanale l'Espresso, per dimostrare che la linea politica non è cambiata, nonostante il patto d'affari Berlusconi-De Benedetti, pare pronto a gettare fango. Su cosa? Probabilmente sulle conversazioni fra un editore (Marina) e il direttore (Mulè) di una testata di sua proprietà. Colloqui telefonici che non contengono alcun reato, tanto che il pm di Roma, Nicola Maiorano, ha chiesto e già avrebbe ottenuto dal gip l'archiviazione del caso. Dialoghi rubati (a vuoto) da una microspia e poi stracciati perché privi di contenuto penale. Ma sempre buoni per gettare discredito e, al momento giusto, dimostrare che la macchina del fango funziona. Senza inceppo. di Cristiana Lodi