Rivoluzione in Rai: canone in bolletta o nell'Irpef
L'idea attorno alla quale ruota la filosofia del governo Renzi è molto anni sessanta: pagare meno, ma pagare tutti. Perché se il canone Rai è la tassa più odiata dagli italiani, l'unica possibilità per renderla meno odiosa è provare a farla pagare a tutti. Insomma, una sorta di sei politico delle gabelle. Solo che l'esecutivo guidato da Matteo Renzi vuole andare oltre le logiche sessantottine, avendo l'ambizione di portare l'Italia nel nuovo millennio in materia di tasse e canone Rai. E così Palazzo Chigi ha deciso «l'avanti tutta» per l'inserimento del Canone - in realtà sarà solo «legato» alla bolletta elettrica - nelle fatture relative al pagamento della luce, mentre l'opzione relativa all'estensione alle seconde case della suddetta tassa, come spiegano fonti vicine al sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, non è ancora stata decisa. Però c'è la seria possibilità che ciò avvenga. Non solo: sarà il cittadino a dover dimostrare di non possedere l'apparecchio tv in casa. Dando però la possibilità alla Guardia di finanza di controllare, su mandato dell'Agenzia delle entrate. Il provvedimento sarà inserito nella legge di Stabiltà che il governo conta di approvare il prima possibile. E, se dovesse servire, l'esecutivo non avrà certo timori a ricorrere alla fiducia. Perché il fronte del no si va allargando con il passare delle ore. «È impensabile sovrapporre competenze caricando una tassa su una tariffa», afferma la capogruppo del Nuovo Centrodestra alla Camera, Nunzia De Girolamo, «sarebbe soltanto l'ennesima complicazione all'italiana che non risolve il problema. La riscossione del canone legata al contratto della luce oltre a essere una vera e propria stortura, rappresenta anche un tipo di riforma che guarda al passato e non al futuro. Presenteremo una risoluzione in Parlamento». Insomma, la dichiarazione di guerra contro il canone elettrico è stata ufficialmente consegnata. Perché «nell'era dello streaming e dei tablet il governo cerca di costringere a pagare il canone Rai chiunque abbia un contratto elettrico, dando per scontato un rapporto causa-effetto per cui se hai la corrente elettrica in casa automaticamente guardi i programmi della tv pubblica. Un'assurda deduzione che diventa irrealistica soprattutto pensando alle nuove generazioni iper-connesse con tablet e pc, ma di sicuro non alla tv pubblica». Per sfuggire a questa logica uno dovrebbe fare l'eremita, con candele e segnali di fumo. «Se la riforma della Rai passa dal pagamento del canone in bolletta, vuol dire che l'azienda è rimasta ferma ai tempi di Canzonissima». Un bel salto all'indietro, altro che proiezione nel futuro. Contro il canone in bolletta anche l'Autorità per l'Energia. «È una modalità impropria di riscossione ed è di difficile applicazione, si rischia di creare ulteriore difficoltà nella comprensione della bolletta», avverte il presidente Guido Bortoni. E non è meno perplesso il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, che parla di «abominio», spiegando che «gli oneri di gestione sarebbero enormi». E mentre il dibattito sul canone Rai in bolletta tiene banco, sembra sgonfiarsi, o almeno ridursi, il fronte relativo al bonus bebè. «Abbiamo affrontato i diversi problemi nella normale dialettica parlamentare», spiega il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, commentando gli sviluppi sull'esame della manovra in commissione Bilancio a Montecitorio. «Abbiamo fatto il giro di boa del lavoro parlamentare con questa intensa settimana», aggiunge, «e ci avviamo alla concluderlo in commissione Bilancio è poi in Aula». Baretta parla di «interventi di correzione molto importanti» tra i quali «il bonus bebè che è stato corretto con i criteri Isee ma mantenendo le risorse nell'ambito delle famiglie e dei bambini più indigenti». di Enrico Paoli