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Caso Melania Rea: l'impronta di una scarpa potrebbe scagionare Parolisi

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michele deroma
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Potrebbe clamorosamente riaprirsi il caso di Melania Rea, la donna uccisa il 18 aprile 2011 a Civitella del Tronto (Teramo), per cui è stato condannato a 30 anni di carcere il marito, Salvatore Parolisi. Una nuova perizia della difesa, infatti, potrebbe scagionare l'uomo.  L'impronta della scarpa - Nei pressi del chiosco presso il quale fu ritrovato il cadavere di Melania, fu isolata l'impronta di una scarpa insanguinata: la Corte d'Appello dell'Aquila ha sempre ritenuto di non dover dare troppa importanza alla traccia, dal momento che non sarebbe mai stato possibile risalire al modello di scarpa indossato da Parolisi quel giorno. Quell'impronta non sarebbe riconducibile a calzature indossate da Melania o dai vari soggetti che hanno transitato successivamente sulla scena del delitto. L'avvocato di Parolisi, però, annuncia: "Se dovessero essere confermati i risultati preliminari di una consulenza di parte, che prospetta trattarsi di impronta di piccole dimensioni, sicuramente non superiore al numero 40, anche Parolisi, che calza il 43, verrebbe con certezza escluso".

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