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Loris, il gps conferma: la madre non è mai passata davanti a scuola

Eliana Giusto
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Emergono nuovi drammatici dettagli dall'autopsia del corpo di Loris. Secondo i medici legali il bambino avrebbe potuto essere "verosimilmente ancora in vita" quando è stato gettato nel canale vicino al mulino. "Gli accertamenti ci suggeriscono che probabilmente non era clinicamente morto anche se comunque sarebbe stato difficile se non impossibile salvarlo" rivela al Corriere una fonte investigativa. Nel racconto che Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris, ha fatto ad investigatori ed inquirenti su quel che accadde la mattina di sabato 29 novembre, il giorno in cui è scomparso il bimbo poi trovato morto nel fosso a Molino Vecchio ci sarebbe un buco di 15 minuti. E ad aggravare la posizione della madre c'è il gps della macchina.  Le telecamere e il Gps - L'ultima conferma infatti che la madre di Loris ha mentito agli inquirenti viene dalle rivelazioni del Gps della sua Polo. Secondo i tecnici che hanno eseguito le verifiche sul dispositivo la macchina di Veronica non è mai arrivata davanti alla scuola Falcone Borsellino dove lei sostiene di avere lasciato il bambino. Elemento questo che conferma - se mai ce ne fosse stato bisogno - quello che già avevano detto le telecamere. Ovvero che la  quella mattina Loris a scuola non ci è mai arrivato. Perché il bimbo non sarebbe proprio salito sull'auto ma sarebbe tornato a casa dopo "una discussione" con la madre. Nel rapporto di polizia e carabinieri, risulta che l'auto di Veronica sia transitata a 50 metri dalla strada che porta proprio al Mulino Vecchio, con quattro telecamere che non avrebbero rilevato il passaggio dell'auto della donna sulla strada tra casa e scuola. Quei 36 minuti insieme a casa - Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, poi, madre e figlio sarebbero rimasti in casa insieme sabato mattina per 36 minuti dopo essere usciti in macchina e aver fatto ritorno. Loris non sarebbe mai arrivato a scuola e sarebbe rincasato, da solo, alle 8.32. Diciassette minuti dopo, alle 8.49, sarebbe rientrata la madre, uscita poi intorno alle 9.25.  Le maestre e le fascette - Altra questione sono le fascette da elettricista che Veronica ha consegnato alle maestre di Loris quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze e che loro hanno immediatamente consegnato agli inquirenti. Sono compatibili con quelle usate per strangolare il bambino. "Il papà di Loris, su pressioni della mamma, ci ha dato una confezione, aperta, di fascette di plastica bianche, sostenendo che sarebbero dovute servire al bambino nei lavori in classe proprio il giorno in cui era scomparso", ha detto la maestra Teresa Iacona a Tgcom, "noi ci siamo molto sorprese, meravigliate, non avevamo mai chiesto una cosa del genere, per questo abbiamo deciso di informare gli investigatori". La vicina di casa - In quella mattinata poi Veronica ha parlato con una vicina di casa. Le ha raccontato di essere piena di cose da fare, dei bimbi, del corso di cucina per usare il Bimby, eccetera. Un racconto dettagliatissimo e insolito perché di solito la donna non è mai stata così loquace.  Le forbici - Tracce organiche, ora sottoposte a esame genetico, sarebbero state individuate sulle forbicine trovate nell'abitazione di Loris. Sequestrate dagli investigatori, ora il campione genetico riscontrato sulle forbicine sarebbe stato isolato con il luminol dagli esperti, che stanno ora eseguendo gli esami per stabilire a chi appartenga quella traccia.     

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