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Rai, il trucco per arginare il tetto alle paghe: con un bond si tengono tutti i soldi

Andrea Tempestini
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Il consiglio di amministrazione Rai approva all'unanimità l'emissione di un bond da 350 milioni di euro. È la prima volta che la tv pubblica emette obbligazioni. E la cosa crea non poche perplessità in ambito politico. Secondo viale Mazzini, l'operazione serve per reperire fondi alle attuali vantaggiose condizioni dei tassi di interesse. Ma il deputato Michele Anzaldi del Pd la pensa diversamente: «La Rai rassicuri gli italiani e garantisca che i bond non servono per aggirare il tetto agli stipendi dei dirigenti». Per legge, infatti, le società pubbliche che emettono titoli negoziali non sono sono sottoposte al limite dei 240mila euro. «Trovo scandaloso e di cattivo gusto il silenzio dell'azienda», insiste Anzaldi, «ora avremo 42 dirigenti (quelli che hanno fatto ricorso) che si sentiranno in diritto di ritornare al vecchio stipendio, se non ancora maggiore». Stessa critica anche dalla Lega Nord. Il deputato Davide Caparini invoca l'intervento della Consob per «far luce sulle reali motivazioni della Rai». L'emissione dei bondi «rischia di essere il classico cavallo di troia per dribblare il tetto agli stipendi dei boiardi Rai. La Consob faccia chiarezza. Questa rincora delle società pubbliche all'emissione di obbligazioni è sospetta». Renzi, ricorda l'esponente del Carroccio, «ha “graziato” dal limite dei 240mila euro le società pubbliche che emettono titoli. Anche ai boiardi di viale Mazzini basterà così procedere all'emissione di bond per conservare il proprio grasso assegno di fine mese». Sarebbe, si indigna Caparini, «l'ennesima mossa da furbetti di certi super manager strapagati che vogliono rimanere ancorati a vecchi e anacronistici privilegi mentre si taglia ed è in bilico il destino di molte redazioni locali». (SA.DA.)

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