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Il giudice dà ragione al marito:"Separati per troppo shopping"

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"Acquisti compulsivi": la singolare sentenza del Tribunale di Roma

Andrea Tempestini
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Da regina del focolare a regina dello spendi e spandi. Una vicenda singolare arriva dalla capitale dove i giudici del Tribunale di Roma hanno dato ragione a un uomo che ha chiesto la separazione della moglie - la donna si è anche presa l'addebito delle spese processuali e non avrà il mantenimento - perché in tre anni di monitoraggio, la signora in questione, non ha mai effettuato una spesa per il mantenimento dei figlioletti e dell'intera famiglia.  In prima fila in profumeria, di corsa nei negozi d'abbigliamento per l'ultimo capo alla moda e per tutto quello che concerne la cura dell'immagine, ma mai una «scappatella» al supermercato, nemmeno per la progenie, figurarsi per il marito. Uomo che ha dovuto sobbarcarsi anche l'onere di badare anche alla credenza famigliare.  I giudici della prima sezione del Tribunale di Roma nella sentenza hanno scritto. «Nell'estratto conto della signora, dal 2006 al 2009, risultano in modo quasi giornaliero spese per articoli di profumeria o di abbigliamento, o verosimilmente legate alle esigenze di una donna e non risultano affatto esborsi (ad esempio supermercato) legati alle esigenze di mantenimento della famiglia e di due figli». La moglie, spavalda e per nulla pentita dei fatti che hanno portato alla rottura della coppia, non ha contestato nessuna delle accuse mossegli dal marito e addirittura ha confermato le accuse ancora prima delle perizie sui conti bancari. I giudici hanno concluso che è stato, per tutti questi anni, il marito «a sobbarcarsi da solo di ogni spesa del menage della cura dei figli, cosa che ha portato a minare l'unione». Situazione spiacevole che risulta lo specchio dei tempi dove troppo spesso si perdono di vista i bisogniprimari degli altri per concedersi al totale e bieco, in questo caso, individualismo.

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