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"Il tiramisù è di Treviso", e la Regione ne reclama la paternità

Zaia presenterà un dossier per ottenere la dichiarazione di tipicità: "E' come la pizza per Napoli"

Francesca Canelli
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Basta imitazioni. O meglio, le imitazioni possono esserci, ma l'origine deve essere chiara a tutti. E il tiramisù e di Treviso, non si discute. A reclamarle la paternità il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che  presenterà il dossier per ottenere la "dichiarazione di tipicità". "E' come la pizza a Napoli - confida a Il Corriere - "E' giusto e doveroso chiedere il riconoscimento territoriale di questa specialità, sia come suggello di un evento storico, sia come motivo ulteriore di valorizzazione di Treviso e del Veneto nel settore alimentare; si tratta di prodotto che oggi rischia di avere tanti padri e troppe versioni che non rendono giustizia all'impegno e all'inventiva del luogo che l'ha visto nascere, alla luce peraltro di tradizioni dolciarie che hanno fatto da terreno di coltura al vero Tiramisù". La maternità del dolce col mascarpone apparterrebbe infatti a due ristoratori trevigiani: Ada Campeol, proprietaria del ristorante "Alle Beccherie", e il cuoco Roberto "Loli" Linguanotto, ancora in attività. A loro andrebbe attribuita la prima ricetta e la creazione del tiramisù, sopolato in tutto il mondo e esportato fino oltreoceano.  "Il riconoscimento della tipicità è un obiettivo né improbabile né impossibile - ha aggiunto Zaia - e porto come esempio il precedente della pizza napoletana Stg (Specialità tradizionale garantita), che proprio io ho portato al traguardo quando ero ministro delle politiche agricole. E' un processo che richiede impegno, ma dobbiamo far sapere qual è l'originario Tiramisù di Treviso a fronte delle tante varianti che si sono liberamente sviluppate in tutto il mondo, traendo ispirazione dall'intuizione dolciaria dei suoi creatori; o quali, voglio ricordarlo, hanno realizzato il Tiramisù quando Ada Campeol stava allattando il suo primogenito proprio per dare a lei e a tutti una dolce energia".

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