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La rivolta degli infermieri:"La Kyenge ci ha offeso chieda scusa"

Cecile Kyenge

Ignazio Stagno
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"Tante volte in ospedale mi hanno chiamata infermiera. Quando dicevo di essere medico, mi chiedevano se fossi americana. Vi chiedo: molti di voi si riconoscono in quel che ho detto, allora siete tutti colpevoli?". Il ministro Cecile Kynege passa su tutto ma non su chi "la chiama infermiera". Le parole del ministro dell'Integrazione che ha raccontato qualche episodio della sua vita professionale tra barelle e reparti degli ospedali, ha scatenato polemiche. Soprattutto nel mondo infermieristico. Tanti infermieri hanno interpretato le parole della Kyenge come una mancanza di rispetto nei confronti della categoria. Molti professionisti del settore sui social netwok e sul web hanno protestato per le parole del ministro.  "Chieda scusa" - Claudio Torbinio, infermiere, scrive sulla pagina facebook del ministro: "Una parola di scusa sugli infermieri Ministro. Bianchi, neri, gialli. Ci sentiamo tutti offesi, noi infermieri". Ancora più duro è Angelo Del Vecchio, anche lui infermiere e direttore di Nurse24.it: "Da quando essere chiamata "infermiera" è un insulto? Condanniamo a priori ogni forma di razzismo e siamo nettamente favorevoli all'integrazione sociale tra italiani di ieri e italiani di oggi, per noi non esiste il colore della pelle, ma il colore dell'anima. Tuttavia ci chiediamo perché mai la ministra si sia potuta offendere quando è stata scambiata per una infermiera. Tanto di cappello a lei e ai colleghi medici, ma quella degli infermieri è una categoria di professionisti che merita rispetto e considerazione. L'infermieristica è una scienza, con i suoi limiti e i suoi progressi e gli infermieri italiani non sono più disposti a farsi trattare come manovali, bensì come esseri pensanti, dotati di una propria intelligenza, di un proprio sapere e di una propria dignità".    "Secondo voi la Kyenge deve chiedere scusa agli infermieri?" Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it "Siamo offesi" - Anche Carlo Pisaniello, infermiere, su Quotidianosanita.it si scaglia contro il ministro: "Ora, che Lei abbia subito degli attacchi ingiusti, delle offese impronunciabili e disgustose, sono assolutamente conscio di ciò e me ne dispiaccio, ma che Lei però da Ministro della Repubblica Italiana consideri un'offesa sentirsi chiamare “Infermiera” (anche se Lei è un medico) beh!! mi perdoni ma questo è a dir poco inaccettabile, inaccettabile perché non credo sia così avvilente e degradante essere un Infermiere, Lei dovrebbe sapere bene (essendo medico) quanti e quali compiti  svolge in autonomia o in collaborazione con il medico l'Infermiere. Inaccettabile perché, ogni lavoro anche il più umile ha diritto di essere considerato al pari di qualsiasi altro, senza distinzioni di classe, di origini, di merito o di risultati, ognuno di noi deve essere considerato al pari di altri. Dovrei ricordarle che la carica Istituzionale che ha avuto dai cittadini Italiani (tra cui 400.000 Infermieri c.a) non la merita, “integrazione” è sinonimo di collaborazione, coordinamento, fusione, unione. Lei con la sua dichiarazione ha dimostrato l'esatto opposto, per integrare bisogna saper prima  rispettare  e considerare o forse lo ha dimenticato?". "Siamo tutti uguali" -  Infine il segretario nazionale del sindacato infermieri, il Nursind, Andrea Bottega: "Non voglio fare polemica col ministro, ma sottolineo che medici e infermieri hanno lo stesso valore professionale. Cambiano i ruoli, ma ricordo che oggi in Italia per fare l'infermiere serve una laurea. Non dimentichiamolo". (I.S.)  

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