Banche, chiudono i bancomat: crisi di contanti nei paesi
Se andate in visita al Vittoriale di Gabriele D' Annunzio portatevi i contanti. Da un giorno all' altro il bancomat Ubi di via dei Caduti a Gardone Riviera (in provincia di Brescia) potrebbe chiudere definitivamente i battenti. Per tenerlo aperto l' amministrazione comunale ha ingaggiato da mesi un braccio di ferro con il gruppo creditizio. Arrivando persino ad offrire in cambio la rinuncia alla sponsorizzazione del periodico di Gardone. Non c' è stato nulla da fare a Treporti, piccola frazione di 2mila anime in provincia di Venezia. La filiale del credito cooperativo Banca Annia ha chiuso lo scorso luglio, lasciando a secco un bacino di utenti di circa 4mila persone. Spina staccata pure all' unico sportello bancomat di Castiglioncello, nota località turistica della costa livornese. Il Monte dei Paschi ha deciso di chiudere, ironia della sorte, proprio sotto ferragosto, facendo infuriare, oltre ai residenti, anche i turisti. A poco sono servite le petizioni dei commercianti locali e le richieste del sindaco. Leggi anche: Prelievi, perchè i bancomat italiani sono lentissimi Chiuderà a breve, invece, la filiale Mps di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, una strada già presa in passato da Unicredit, Banca Etruria e CariFirenze. Le lettere che stanno arrivando ai clienti in questi giorni consigliano di utilizzare in sostituzione la sede di Gubbio, a "soli" 20 chilometri di distanza. Lettere simili stanno arrivando anche ai residenti di Caldana, una frazione in provincia di Grosseto. Dal 22 gennaio le attività della banca, comunica Mps, saranno trasferite a Bagno di Gavorrano, che dista oltre 10 chilometri da Caldana. Lì ci sarà l' unico bancomat del Monte Paschi, visto che a marzo scorso è stata chiusa pure la filiale del Comune di Gavorrano. Una decisione che sta facendo infuriare i cittadini e la stessa amministrazione, pronta a dare battaglia per tenere aperta la filiale. I tagli della banca senese colpiranno a giorni anche le filiali del mantovano, dove si prevede la chiusura di cinque uffici. Uno sarà quello di San Matteo delle Chiaviche, frazione di Viadana. Chi aveva il conto lì, sempre dal 22 gennaio, dovrà andare a Commessaggio, a 8 chilometri di distanza. Ma gli sportelli e i bancomat di Mps non sono gli unici a sparire. Stessa sorte hanno subito, negli ultimi mesi, gli apparecchi di Trappeto nel palermitano e di Capizzi nel messinese, entrambi di Intesa Sanpaolo, e di Lorenzago e Pedavena nel bellunese, entrambi di Unicredit. Anche l' antico borgo di Corciano, vicino Perugia, è rimasto senza il suo unico sportello bancomat di Unicredit. Mentre a Bagno di Lucca il sindaco l' ha spuntata: la filiale Mps ha chiuso, ma il bancomat è rimasto. E i residenti avranno carte di credito e di debito gratis a vita. Stessa soluzione adottata da Mps per Ro Ferrarese, dove in seguito alla diffida firmata da 150 cittadini, la banca ha deciso di chiudere gli sportelli fisici, mantenendo però il distributore automatico di contanti. Per quanto gli abitanti possano protestare, la strada sembra tracciata. La necessità di tagliare i costi e la diffusione esponenziale delle nuove tecnologie sta spingendo tutte le banche ad una riduzione drastica della rete fisica. Mps ha previsto nel piano un taglio di 600 filiali. Intesa Sanpaolo ha chiuso nelle scorse settimane circa 250 filiali delle due ex popolari acquisite, Bpvi e Veneto banca. Carife, ora controllata da Bper, chiuderà 48 sportelli su 96. Complessivamente i sindacati prevedono che nei prossimi tre anni salteranno 3mila sportelli. Sparizioni che si aggiungono a quelle già avvenute negli anni appena trascorsi. Dal 2009 al 2016, secondo i calcoli effettuati dalla Fabi, sono stati tagliati sul territorio 3.972 sportelli, di cui 1.697 nell' ultimo triennio. «In questo modo», ha denunciato il sindacato, «si perde il rapporto storico col territorio». Poco male per giovani e giovanissimi che ormai pagano, incassano e versano con lo smartphone, senza più toccare una banconota. E se hanno bisogno di assistenza, si trovano più a loro agio davanti ad una chat che ad una signorina in carne ed ossa. Anche per chi vive nei grandi centri abitati il disagio non sarà eccessivo. Magari la filiale non sarà più sotto casa, ma è difficile che la propria banca sparisca dalla città. Ben più profondo sarà, invece, il cambiamento per le piccole località, dove i pagamenti avvengono ancora prevalentemente in contanti e dove la sparizione di un bancomat e la chiusura di una filiale rappresentano un viaggio senza ritorno. Certo, qualcuno aiuterà gli anziani a fare un bonifico online e a consultare il proprio conto dal pc. Al ristorante si potrà pagare con la carta e forse anche nell' alimentari di fiducia. Ma per il caffè al bar e il giornale all' edicola, così come per altri piccoli mille acquisti, serviranno i liquidi. Quelli che presumibilmente finiranno di nuovo sotto il materasso. Alla faccia dei bitcoin e della rivoluzione digitale. di Sandro Iacometti