La Lega al ladro albanese ferito: «Ridacci i soldi per le tue cure»
Potrebbe essere un modello da adottare. Chiedere il conto, per le spese sostenute, a quei delinquenti che commettono reati nel nostro Paese ma che finiscono con il non saldare il debito con la Giustizia. Per questa ragione l' europarlamentare Angelo Cioccia ha presentato una cambiale virtuale da 6500 euro all' albanese ferito mentre stava per entrare in un' abitazione. D' accordo, il gesto sarà pure simbolico. Ma da qualche parte bisogna pur iniziare per tentare di rispristinare l' ordine dei fattori, in modo tale che un rapinatore stia in carcere, e non fuori da una struttura penitenziaria, e il rapinato in mezzo ai guai, solo per aver difeso la sua proprietà. E proprio per evidenziare questa distorsione del sistema l' europarlamentare della Lega, Angelo Ciocca, ha compiuto un vero e proprio blitz nella stanza del sesto piano del Dea di Pavia, in cui era ricoverato Stef Tuci, albanese di 26 anni, ferito all' addome nel corso della tentata rapina compiuta a Casteggio verso, la sera del 27 marzo scorso. Il giovane albanese era stato denunciato per violazione di domicilio e tentata rapina aggravata per essere entrato nel cortile della casa di Antonio Bonfiglio, autotrasportatore di 56 anni che abita nella zona di Norfalini. A sparare un colpo di calibro 12 da caccia a pallini che aveva colpito Tuci all' addome, era stato Bonfiglio dopo aver scoperto il tentativo di intrusione. Il camionista, come prevede il Codice penale, è stato indagato dai magistrati che stanno lavorando sul caso. L' albanese, invece, è finito all' ospedale che un paziente normale. Niente manette e nessuna sorveglienza da parte delle forze dell' ordine. E cosi l' europarlamentare è entrato nel reparto di Chirurgia generale del Dea e ha mostrato a Tuci, costretto a letto dopo l' intervento, un cartello in cui era scritto in grande: «Il tuo crimine ci è costato 6.500 euro. Chiedi scusa agli italiani». Non sarebbe male introdurre questo metodo di denuncia fra le cose da fare regolarmente. In fondo si tratta solo di spiegare ai cittadini come vengono spesi i soldi pubblici. Il blitz, ovviamente, non è passato inosservato. Giorgio Girelli, presidente del Policlinico San Matteo, si è limitato a commentare in modo burocratico i fatti. «Non ho nulla da dire, non conosco nel dettaglio i fatti», spiega il manager, «faremo gli accertamenti necessari». Un atto dovuto, diciamo. Più loquace il direttore generale del Policlinico, Nunzio Del Sorbo. «Abbiamo avuto conoscenza della cosa solo a posteriori, stiamo ancora verificando come si siano svolti i fatti», spiega il responsabile della struttura sanitaria, «abbiamo ricoverato un paziente che doveva essere operato, ed era grave. Non sapevamo nulla di questo blitz e non possiamo controllare chi viene e va dall' Ospedale in ogni momento. Inoltre Ciocca è una figura istituzionale, se ha voluto compiere un gesto così clamoroso se ne assumerà le responsabilità». E chi mancherebbe altro. «Questo signore», sostiene Ciocca, che ha mostrato in diretta video sui social network l' interno blitz, «delinquente, irregolare, che viene nel nostro Paese per derubarci, dovrebbe ringraziare tutti i cittadini italiani che con grande civiltà lo hanno curato a proprie spese. Non vogliamo delinquenti sul nostro territorio». Un appello, quello dell' esponente leghista, che raccolto migliaia di commenti favorevoli su Facebook. «Chiediamo che venga cambiata la legge sulla legittima difesa e che la giustizia diventi uno scudo a protezione dei nostri cittadini, invece di un qualcosa che mette a repentaglio la loro sicurezza», sostiene Ciocca, «ora mi auspico che a questo malvivente venga inflitta una giusta pena ma che non deve essere scontata in Italia e quindi ancora a nostre spese, ma in galera al proprio Paese». Nel frattempo il pregiudicato albanese ha lasciato l' ospedale insieme ad un parente. Giustizia è sfatta e noi paghiamo... di Enrico Paoli