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Islam, a Savona statua di Epaminonda censurata con un drappo rosso per rispettare i musulmani

Giulio Bucchi
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L'Italia si inginocchia all'Islam. Nel Savonese è stata coperta con un drappo rosso la "nudità" di una statua di Epaminonda, esposta a Palazzo di Città a Cairo Montenotte, per rispetto della cultura musulmana. A denunciarlo, come riporta il Giornale, è stato il pittore e scultore Mario Capelli Steccolini. "Alla faccia di chi ha detto che era una mia trovata pubblicitaria; hanno coperto Epaminonda! - ha scritto sulla sua pagina Facebook -. Sia chiaro, Epaminonda è stato coperto dai musulmani per esigenze loro cerimoniali. Il quadro l'ho tolto io a loro richiesta. L'Amministrazione non ha colpe". "Il quadro non l'avevamo nemmeno visto, ed è stato l'artista che si è fatto avanti per toglierlo", dice a La Stampa il presidente della Federazione Islamica della Liguria, Lahcen Chamseddine. "Abbiamo poi posato il drappo sulla statua, visto che la mostra sarebbe stata aperta il giorno dopo, semplicemente perché lì avevamo ricostruito la rappresentazione dell'antica cerimonia del tè e ci serviva uno sfondo a simboleggiare le dune del deserto per le fotografie. Noi rappresentiamo l'Islam moderato, non siamo integralisti. Non chiediamo di togliere i crocefissi o di coprire statue, e difatti c'erano molte altre statue di quel tipo e nessuna è stata coperta. Chi vuole fare polemica non ha capito il nostro messaggio". La polemica politica sarebbe così stemperata, e si ricondurrebbe tutto a un surreale, assurdo eccesso di zelo del diretto interessato, ma Matteo Salvini su Facebook ha rilanciato la notizia: "Solo a me questa sembra una follia?". Rincara la dose la deputata di Fratelli d'Italia Ylenja Lucaselli: "Considerando la motivazione accampata dagli organizzatori e cioè che la scultura sarebbe stata incompatibile con 'l'ambientazione marocchina' dell'evento, non si capisce come possa esserlo il prodotto finale, ossia una statua con un velo rosso addosso. Il sospetto è che sia emerso ancora una volta l'effetto collaterale del multiculturalismo fallimentare. Ciò deve chiamare tutti noi ad una presa di coscienza sulla necessità di tutelare le nostre espressioni artistiche, la nostra storia e la memoria da qualsiasi tentativo oscurantista".

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