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Migranti, la Diciotti verso Pozzallo. Clamoroso sospetto: il "complotto" Guardia Costiera-Ong

Giulio Bucchi
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La nave Diciotti si allontana da Lampedusa e potrebbe far sbarcare i suoi 177 migranti a Pozzallo, per poi valutare come "distribuire" il carico di disperati tra i partner dell'Unione europea. La svolta diplomatica non scioglie però la tensione tra il Viminale e la Guardia Costiera, a cui la Diciotti fa capo. Qualcuno, come il Tempo e il Giornale, avanza il dubbio addirittura di un "complotto interno", manovre poco chiare da parte della Guardia Costiera nonostante (o addirittura contro) gli ordini del Ministero degli Interni diretto da Matteo Salvini. Leggi anche: "Guardate bene questo gommone", il dettaglio rivelatore di Salvini Il pattugliatore è infatti finito in una contesa con il governo tre volte negli ultimi due mesi e mezzo. La prima il 10 giugno, quando Salvini inizia la sua guerra con la nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee. Il Diciotti, però, sottolinea il Giornale, "compie ben sette interventi in prossimità delle coste di Tripoli caricando 937 migranti", che il Viminale e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (da cui dipende la Guardia costiera) sono costretti a far sbarcare a Catania. Più o meno la stessa storia il 9 luglio con il rimorchiatore Vos Thalassa con 67 migranti a bordo e l'intervento della Guardia Costiera che interviene in suo soccorso. Mercoledì scorso, infine, la Diciotti interviene in acque Sar maltesi per soccorre un barcone che secondo il Viminale però "non era in pericolo immediato", facendo diventare italiano un problema di Malta. Secondo il Giornale, l'attrito tra Guardia Costiera e governo deriva dal cambio di passo del Viminale, che ha di fatto chiuso le missioni di soccorso ai migranti diventate negli ultimi anni il fiore all'occhiello della Guardia Costiera, che ha lavorato in stretto contatto con le Ong diventandone addirittura avvocato difensore di fronte alle accuse di Lega e M5s di essere "taxi del mare". 

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