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Cesare Battisti confessa quattro omicidi, le scuse e l'ultima vergogna: "La mia una guerra giusta"

Davide Locano
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Ci ha messo più di quarant'anni, ma ora il terrorista Cesare Battisti ammette di aver commesso i quattro omicidi che gli erano stati imputati. Altro che "perseguitato politico", così come ha sempre sostenuto di essere. Lo ha fatto sabato, nel corso dell'interrogatorio in carcere tenuto dal pm Alberto Nobili, ma le informazioni sono trapelate soltanto ora. A Nobili, titolare del pool antiterrorismo della procura di Milano, "ha ammesso tutti gli addebiti" e le responsabilità "in quattro omicidi", oltre al ferimento di tre persone colpite alle gambe nel corso delle rapine effettuate dai Pac negli anni 70. Le informazioni circa la confessione di Battisti sono arrivate dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, nel corso di una conferenza stampa. Greco ha aggiunto che Battisti si è scusato per il dolore provocato alle famiglie delle vittime, ma solo dopo aver "sostenuto che la sua era una guerra giusta", quella che ha portato avanti quando aveva 22 anni. Ora, dopo 37 anni di latitanza e l'arresto in Bolivia, "ha chiesto scusa per il dolore arrecato ai familiari". Leggi anche: Battisti, l'ultima vergogna davanti ai pm

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