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Papa Francesco e il Ponte Morandi, messaggio straziante ai genovesi: "Non siete soli, ma c'è solo da pregare"

Giulio Bucchi
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A quasi un anno dal crollo del Ponte Morandi, Papa Francesco scrive ai genovesi e parla di una "ferita inferta al cuore della vostra città, una tragedia per chi ha perso i propri congiunti, un dramma per i feriti, un evento comunque sconvolgente per chi è stato costretto a lasciare le proprie case vivendo da sfollato". La lettera del Pontefice è stata pubblicata dalla Stampa.  Leggi anche: "Cosa non capiscono". Palombelli avverte Pd e Papa: perché Salvini ha l'Italia in mano "Ho pregato e prego per le vittime, per i loro familiari, per i feriti, per gli sfollati, per voi tutti, per Genova", continua Bergoglio aggiungendo che di fronte a eventi di questo genere, il dolore per le perdite subite "è lancinante e non facile da lenire, come pure è comprensibile il sentimento di non rassegnazione di fronte a un disastro che poteva essere evitato". Il Pontefice, dice poi di non avere risposte, perché dopo queste tragedie "c'è da piangere, rimanere in silenzio, interrogarci sulla ragione della fragilità di ciò che costruiamo, e c'è soprattutto da pregare". Poi, però, regala un messaggio di speranza: "Non lasciate che le vicende della vita spezzino i legami che tessono la vostra comunità, cancellino la memoria di ciò che ha reso così importante e significativa la sua storia". E ricorda: "Io sempre quando penso a Genova penso al porto. Penso al luogo da dove partì mio padre. Penso alla quotidiana fatica, alla caparbia volontà e alle speranze dei genovesi. Oggi - conclude - voglio dirvi una cosa innanzitutto: sappiate che non siete soli".

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