Cerca
Logo
Cerca
+

Papa Francesco si affida a Marx. Vaticano, i conti in rosso: i guai segreti di Bergoglio

Esplora:

Maria Pezzi
  • a
  • a
  • a

 Altro che Carlo Cottarelli. Per tagliare le spese e rimettere in ordine i conti il Papa si affida a Marx. Non Carl, ovviamente, ma Reinhard. Il porporato che presiede il Consiglio di controllo dell' economia del Vaticano è stato incaricato da Bergoglio di «informare i capi dei dipartimenti della gravità della situazione» e di trovare rimedi immediati. Motivo della decisione: lo Stato pontificio, manco fosse l' Italia, è sull' orlo del baratro. Con un disavanzo che nel 2018 è schizzato a 76,7 milioni su un budget complessivo di circa 300 milioni. Certo, la carenza di quattrini non è il primo pensiero che passa per la testa quando si fa riferimento alla Santa Sede. Cifre non confermate e sicuramente sottostimate circolate a più riprese negli anni scorsi parlano di un patrimonio che si aggira sui 9-10 miliardi di euro, tra finanza ed immobili. Il buco - Ma il buco nel conto economico resta. Ogni anno il Vaticano spende (principalmente per i costi del personale), più di quello che entra (contributi delle diocesi e utili dell' Istituto per le opere religiose, la banca della Santa sede). Un deficit dietro l' altro i conti di Papa Francesco nel 2018 sono finiti in profondo rosso. La colpa, secondo una lettera del maggio scorso scovata dal Wall Street Journal, è di una gestione troppo lasca delle risorse. Posti di lavoro in eccesso (circa 5mila dipendenti, appalti superflui, parco macchine sovradimensionato e proprietà immobiliari gestite in perdita. Un fenomeno su cui Bergoglio aveva acceso i riflettori sin dall' inizio. Anche perché poco tempo dopo la sua ascesa al soglio, nel 2013, in Vaticano scoppio lo scandalo del presepe di Natale allestito in Piazza San Pietro. Costo: 550mila euro. L' attenzione del Pontefice, però, non ha prodotto grandi risultati. A peggiorare le cose, due anni fa, ci ha pensato l' uscita di scena del cardinale George Pell, finito sotto processo in Australia e condannato a 6 anni per pedofilia e abusi sessuali. Era lui ad occuparsi delle finanze della Santa sede. Ma da allora nessuno, manco fossimo in Italia, ha pensato di sostituirlo. E vuoto, dal 2017, è pure il posto di revisore generale. Ora sono guai. Anche perché lo Stato vaticano non è uno Stato come gli altri. Deve rispettare principi etici, tener conto dei continui appelli del Papa contro la disoccupazione, evitare deprecabili situazioni di macelleria sociale. Ma impugnare le forbici con misericordia non è il modo migliore per ottenere risparmi. L'alternativa -  L' alternativa, però, è peggiore. I disavanzi persistenti, scrive Mf, potrebbero esaurire le riserve finanziarie della Santa Sede. Al quel punto diverrebbe complicato mantenere le relazioni diplomatiche, conservare gli edfici storici e il patrimonio artistico del Vaticano. La scarsità di liquidi potrebbe anche abbattersi sulle pensioni dei dipendenti e mettere addirittura a repentaglio le missioni del Santo Padre. Per approfondire leggi anche: Papa Francesco, aria di complotti La soluzione a cui stanno lavorando i tecnici del Vaticano è ingegnosa, ma dalla dubbia efficacia. Per non arrivare ai licenziamenti, l' idea è quella di migliorare la produttività dei dipendenti attraverso la riqualificazione professionale. Bergoglio, in ogni caso, si fida di Marx. «Vi chiedo», si legge nella missiva inviata dal Papa al cardinale, «di studiare tutte le misure necessarie per salvaguardare il futuro economico della Santa Sede e per assicurare che siano messe in atto il prima possibile». In Italia la storia va avanti da tempo. Il primo tentativo di sforbiciare la spesa risale al 1986, con la Coommissione tecnica per la spesa pubblica. L' operazione entra nel vivo nel 2012, con l' esordio dei commissari. A cimentarsi inizialmente fu Enrico Bondi, che aveva risanato la Parmalat in amministrazione straordinaria. Poi toccò a Mario Canzio, Ragioniere generale dello Stato e all' economista Carlo Cottarelli. L' ultimo a provarci è stato il piddino Yoram Gutgeld. Tutti hanno mollato senza cavare un ragno dal buco. Se al Vaticano avranno successo, inutile dirlo, sarà un miracolo. riproduzione riservata Papa Francesco incontra in Vaticano il cardinale Reinhard Marx, a cui ha affidato il compito di risanare i conti dello Stato pontificio. di Sandro Iacometti

Dai blog