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Iva, altra stangata. Il governo Pd-M5s mette le mani pure sulle patenti: quanto ci costerà

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Caterina Spinelli
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Prima c' è stata la sentenza, quella della Corte di giustizia Ue del marzo 2019, che ha cancellato l' esenzione Iva per le lezioni di guida delle autoscuole. Poi l' Agenzia delle Entrate, che ci ha messo il carico, e ha stabilito la retroattività di quella sentenza: l' imposta, in sostanza, va applicata dal 2014, sugli ultimi 5 anni. Quindi è arrivato il momento della protesta: lo sciopero degli esami di pochi giorni fa e le adunate di piazza annunciate a breve. E ora speriamo si passi ai fatti, con un intervento legislativo che limiti l' impatto della decisione europea. Perché se le disposizioni della Corte dovessero essere applicate, l' 80% per cento delle nostre autoscuole sarebbe a rischio chiusura. Ce ne sono 7 mila, ne resterebbero meno di 2 mila. E considerando che in ogni autoscuola (si tratta di piccolissime imprese familiari) ci lavorano in media 3 persone, avremmo più di 15 mila posti in procinto di saltare. Un bel guaio. «Con l' applicazione retroattiva dell' Iva al 22% - spiega a Libero il segretario nazionale Autoscuole Unasca Emilio Patella - avremmo un danno per il settore di circa 550 milioni di euro. Certo, a nostra volta potremmo rifarci sui contribuenti, ma intanto morirebbero centinaia di attività che hanno margini davvero risicati su ogni patente rilasciata». IL DOSSIER Soluzioni? «Dopo lo sciopero siamo passati ai fatti. Oggi (ieri ndr) abbiamo inviato a ministeri e commissioni competenti un corposo dossier per chiedere un provvedimento chiarificatore. C' è anche un precedente che ci fa ben sperare...». Certo, perché all' inizio del 2000, la stessa sorte (cancellazione dell' esenzione Iva con effetto retroattivo) era toccata alle prestazioni sanitarie dei medici di base. Poi è intervenuto il legislatore che ha fissato una data a partire dalla quale quelle disposizioni sarebbero state valide. In questo modo è stata eliminata la retroattività evitando il pagamento dell' imposta per il passato. «In questi giorni - continua Patella - l' Agenzia delle Entrate ha intensificato le ispezioni con contestazioni che si aggirano intorno ai 30-40 mila euro ad anno per ciascuna scuola guida. Eppure la stessa agenzia ci ha spiegato che le autoscuole erano in buona fede e che hanno semplicemente applicato le regole previste dal Fisco. E allora perché dovremmo pagare anche per le lezioni e le patenti rilasciate dal 2104? Perché la sentenza è stata recepita in modo retroattivo?». Ma non c' è solo il discorso della retroattività. È proprio la sentenza della Corte Ue che non va. «L' Europa - evidenzia il segretario nazionale delle Autoscuole Unasca - ha eliminato l' esenzione in base al principio della concorrenza sleale, perché negli altri Paesi dell' Ue l' Iva sulla patente si paga. Ma visto che un cittadino italiano non può conseguire la patente in Francia o in Germania di quale concorrenza stiamo parlando? La patente comunque va considerata come un bene di prima necessità e quindi la richiesta è che se non riusciamo ad arrivare all' esenzione, al limite si imponga l' aliquota ridotta al 4%». RINCARI Il rischio è che alla fine della fiera il giochino si ripercuota sulle tasche dei contribuenti. Se non si riuscisse a evitare il pagamento dell' Iva, infatti, inevitabilmente il costo delle patenti di guida aumenterà e al tempo stesso i cittadini proveranno a risparmiare tagliando le lezioni che li formano alla guida. Insomma, più tasse, guadagni in calo per le piccole imprese e meno sicurezza per le strade. Un bel risultato. Che la politica sta provando ad evitare. È di ieri, per esempio, una risoluzione con la quale la Lega ha impegnato il governo «ad accogliere e applicare la sentenza europea da oggi in poi (ex nunc) e non in maniera retroattiva (ex tunc) come invece vorrebbero fare i signorsì di Bruxelles». Non solo. Perché per evitare il rischio di avere in strada automobilisti e motociclisti impreparati il Carroccio ha chiesto all' esecutivo di impegnarsi «a introdurre nuove agevolazioni per le scuole guida conformi ai rilievi sollevati della Corte di giustizia dell' Unione europea». Ora la palla passa ai grillini e al Partito Democratico. di Tobia De Stefano

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