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 Banca Etruria, processo per truffa: quattro condannati e nove assolti

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Maria Pezzi
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Nove assoluzioni con formula piena, quattro condanne: è il verdetto del tribunale di Arezzo per il processo, nell'ambito dell'inchiesta sul crac di Banca Etruria, che riguarda il filone della truffa, che vedeva alla sbarra ex dirigenti e funzionari dell'istituto di credito aretino, accusati di aver truffato i risparmiatori non informandoli sui rischi delle subordinate emesse da Bpel (Banca popolare dell'Etruria e del Lazio) in due tornate, luglio e autunno del 2013, e poi azzerate dal decreto Salva banche. Assolti perché il fatto non sussiste e non è stato commesso alcun reato gli imputati principali, i dirigenti Luca Scassellati, Federico Baiocchi Silvestri, Samuele Fedeli e Luigi Fantacchiotti, che dovevano rispondere di istigazione alla truffa, per i quali il pm Iulia Maggiore aveva chiesto condanne tra 3 anni e 2 anni e mezzo perché, secondo l'accusa, avrebbero pressato i direttori delle filiali a vendere le obbligazioni subordinate a un pubblico indistinto. Degli altri nove imputati, direttori di filiali e impiegati che materialmente vendettero i titoli ai risparmiatori, accusati di truffa aggravata e per i quali era stata chiesta la condanna a un anno e mezzo di reclusione, cinque dipendenti della banca sono stati assolti con la stessa formula dei quattro dirigenti, mentre quattro funzionari sono stati condannati a dieci mesi con la non menzione.

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