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La suora mamma torna a casa: "Non capisco tanto scandalo"

Roxana, camuffata, lascia l'ospedale e dribbla la giungla di telecamere fuggendo su un'auto. Ma dalla targa...
di Andrea Tempestinidomenica 26 gennaio 2014
Roxana Rodriguez

Roxana Rodriguez

2' di lettura

Fuori dall'ospedale l'assedio, troupe italiane ma soprattutto sudamericane. Non se ne parla soltanto in Italia e in Europa. C'è un intero continente, il suo, assetato di dettagli, di particolari: vogliono sapere tutto su Roxana Rodriguez, la suora salvadoregna di 32 anni che ha avuto un figlio. Lei, però, alle 15.56 di mercoledì 22 gennaio ha lasciato l'ospedale da un'uscita secondaria. Camuffata nella casacca e con i pantaloni verdi da portantina, si è infilata in una Ford Mondeo grigio metalizzata. A qualcuno, però, l'auto non è sfuggita, e dalla targa si è risaliti fino a un signore di Marino, Castelli Romani, dove c'è la sede centrale delle Piccole discepole di Gesù. Dunque, con tutta probabilità, la suora che ha partorito non è stata abbandonata dall'associazione. E, con altrettanta probabilità, ora potrebbe trovarsi in quella sede. La rosa rossa - Resta ora un secondo mistero: chi è il padre? Lei dice di non saperne nulla, e sostiene di essersi accorta della gravidanza solo al momento delle doglie. Il piccolo, all'anagrafe, è stato registrato col cognome della madre: Rodriguez. Della suora si sa che decise di prendere i voti dopo una delusione d'amore. E' noto anche che sia tornata a casa la scorsa primavera (e i tempi della gravidanza, coincidono). Quello che non si sa, invece, è chi le abbia mandato l'altro giorno all'ospedale un bigliettino con una rosa rossa. Forse un padre, che non riesce a resistere. Come Roxana non riesce più a resistere all'assedio mediatico. Prima di uscre dall'ospedale, con la dottoressa, poi con l'assistente sociale, quindi con un'amica, si è sfogata: "Perché tutto questo scandalo?", ha chiesto. La suora era amareggiata, e non hanno avuto il coraggio di dirle che, fuori dall'ospedale, una jungla di telecamere la attendeva.