Non è stato il figlio. No, l'omicida di Caselle Torinese è il compagno dell'ex domestica della famiglia sterminata. Maurizio Allione, 28 anni, il super-sospettato, non c'entrava nulla. Inutile negare che in molti avessero pensato che dietro quelle tre morti ci fosse proprio lui, sotto torchio per due volte negli ultimi giorni, il colpevole quasi perfetto. Però tra sospetto e certezza c'è un oceano di mezzo. Un oceano che il Corriere della Sera s'è bevuto tutto di un fiato, trasformando il sospetto in una sostanziale certezza. L'operazione è stata portata a termine in un lungo articolo, un "colloquio" con il giovane Maurizio, in cui si indugiava sulla mano destra che "trema in modo vistoso, lo stato di agitazione è evidente, dagli occhi accerchiati di rosso, dal gesticolare nervoso". L'altro lato della luna - "A ogni frase che pronuncia la mano tormenta il lobo di un orecchio, con un gesto ripetuto del quale non ha consapevolezza". Si parla di lui e di lei, la fidanzatina Milena, due che "a vederli da vicino (...) sembrano invece due ragazzi spaventati e fragili". "Invece" rispetto a cosa, vien da chiedersi. "Lei voleva fare la giornalista, ha studiato alla scuola della curia torinese, lui suona la batteria in gruppo hardcore punk, e quando qualcuno gli nomina Henry Rollins e Bad Religion, numi tutelari del genere, si lascia andare a quel sorriso di riconoscenza. E poi viene da pensare che questo è solo un lato della luna, ci sono i sospetti, le indagini che convergono, gli alibi che forse non tengono, le mezze frasi degli inquirenti che suggeriscono come le altre piste, insomma, meglio lasciarle perdere". Insomma, sull'"altro lato della luna" la sentenza è scritta a caratteri cubitali: colpevole, Maurizio ha trucidato madre, padre e nonna. Il tributo d'attesa - Le certezze del Corsera vengono poi riconfermate in un ultimo, tostissimo, paragrafo. "Massimo e Milena stavano passeggiando e l'occhio è caduto proprio su quel dettaglio". Si parla delle tazzine di caffè, parte della refurtiva, ritrovate dal figlio in un fosso. "E d'accordo, il caso ci può anche stare, ma alzi la mano chi non ha pensato allo zio Michele di Avetrana che mentre lavora in un campo grande due ettari si imbatte, guarda un po', nel cellulare di Sarah Scazzi". Il Corsera, sicuro, quella mano l'ha alzata. "E così il lento pomeriggio davanti alla caserma con curiosi e giornalisti a scrutare oltre le inferriate, a chiedere lumi non su cosa sta accadendo, ma su quando accadrà, sembra a tutti una conseguenza, un tributo d'attesa da pagare a un finale in apparenza annunciato, quasi ineluttabile". Il finale ineluttabile è la colpevolezza di Maurizio. Resta solo da chiedersi "quando accadrà". La risposta: mai. Ma il Corriere della Sera era certo che così sarebbe stato: l'unico ineluttabile finale che si è presentato, invece, è la clamorosa topica di via Solferino.