"Chiedo perdono, molto, per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in modo adeguato". Nelle oltre tre ore di colloqui personali con le sei vittime di abusi, Papa Francesco ribadisce il suo dolore per "i gravi crimini" del clero nei loro confronti. Le vittime, tre donne e tre uomini provenienti da Gran Bretagna, Germania e Irlanda, hanno partecipato nella mattinata di lunedì 7 luglio alla messa celebrata dal Santo Padre a Santa Marta. Un incontro storico, estremamente significativo e commovente, a dirlo con le parole di padre Lombardi. Tolleranza zero - “Non c’è posto nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali, e mi impegno a non tollerare il danno recato ad un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale", ci tiene a ribadire il Pontefice, che aggiunge: "Hanno profanato l'immagine stessa di Dio, alla cui immagine siamo stati creati". Un intervento deciso, su un tema a cui aveva fatto riferimento parecchie volte, ma affrontato in questa circostanza in modo diretto. La Chiesa "guarda negli occhi di Gesù questi bambini e vuole piangere" dirà infine Francesco. Cambia il vento - Dopo i primi, timidi, tentativi di apertura operati da Papa Ratzinger nel 2008, si è riunita ieri anche la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Coordinata dall'arcivescovo di Boston Soan O'Malley e voluta da Papa Bergoglio, farà parte della commissione anche l'irlandese Marie Collins, vittima da ragazza degli abusi da parte di un sacerdote. Un tassello, quest'ultimo, che si inserisce nel piano di riforma complessiva della Chiesa voluto dal Pontefice, che ha recentemente scomunicato i mafiosi, un'altra mossa senza precedenti.