Il primo anno da Papa. Lo racconta Francesco al direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli Da quel "buonasera" che fece innamorare tutto il mondo di questo Pontefice "arrivato dall'altra parte del mondo" fino ad oggi attraversando dodici mesi "rivoluzionari" Francesco comincia a parlare dell'anomala situazione in cui si è trovato, successore di un Papa dimissionario. "Il Papa emerito non è una statua in un museo. E' una istituzione. Non eravamo abituati. Sessanta o settant'anni fa il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un'istituzione. Lo stesso deve accadere per il Papa emerito. Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri. Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa". La sua saggezza, osserva Francesco, "è un dono di Dio. Qualcuno avrebbe voluto che si ritirasse in una abbazia benedettina lontano dal Vaticano. Io ho pensato ai nonni che con la loro sapienza, i loro consigli danno forza alla famiglia e non meritano di finire in una casa di riposo". Poi Francesco parla di sé. "Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie - spiega - non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco. Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente. Sigmund Freud diceva, se non sbaglio, che in ogni idealizzazione c'è un’aggressione". Abusi sui minori - L'intervista affronta anche la questione della violenza sui minori. . "I casi di abusi sono tremendi perchè lasciano ferite profondissime. Benedetto XVI è stato molto coraggioso e ha aperto una strada. La Chiesa su questa strada ha fatto tanto. Forse più di tutti. Le statistiche sul fenomeno della violenza dei bambini sono impressionanti - dice ancora Papa Bergoglio - ma mostrano anche con chiarezza che la grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato. La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità. Nessun altro ha fatto di più. Eppure la Chiesa è la sola ad essere attaccata". Unioni civili - Quello della famiglia è un tema centrale, "un lungo cammino che la Chiesa deve compiere. Un processo voluto dal Signore. E' alla luce della riflessione profonda che si potranno affrontare seriamente le situazioni particolari, anche quelle dei divorziati, con profondità pastorale", spiega Bergoglio, per il quale la famiglia attraversa "una crisi molto seria". E osserva: "I giovani si sposano poco. Vi sono molte famiglie separate nelle quali il progetto di vita comune è fallito. I figli soffrono molto. Noi dobbiamo dare una risposta. Ma per questo bisogna riflettere molto in profondità. E’ quello che il Concistoro e il Sinodo stanno facendo". E sulle unioni civili: "Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà". E poi un riferimento alla donna: "La Chiesa ha l’articolo femminile "la": è femminile dalle origini". "Il grande teologo Urs von Balthasar lavorò molto su questo tema - spiega Papa Francesco - il principio mariano guida la Chiesa accanto a quello petrino. La Vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo. L’approfondimento teologale è in corso. Il cardinale Rylko, con il Consiglio dei Laici, sta lavorando in questa direzione con molte donne esperte di varie materie".
